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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE PIEVE DI CONFINE OASI DI BANDITI 437<br />

che accoglie in Para<strong>di</strong>so le anime che gli angeli sollevano dal Purgatorio,<br />

affiancata da San Giuseppe, patrono della buona morte e titolare della<br />

nuova chiesa, e da San Cassiano appunto: la sua presenza stabilisce un<br />

legame <strong>di</strong>retto con la vecchia chiesetta.<br />

Essa perciò, sia pure rovinata e profanata, doveva ancora esistere,<br />

nonostante non se ne parlasse più negli atti ufficiali. Se infatti non fosse<br />

più esistita da quasi un secolo (la visita del Bonomi risaliva al 1578 e già<br />

non ne parlava), verosimilmente se ne sarebbe perso completamente il<br />

ricordo; che invece, come <strong>di</strong>mostra la pala dell’altare, prorompe<br />

nitidamente nel momento del riscatto morale, che può finalmente<br />

cominciare dopo la scomparsa <strong>di</strong> Cesarino, ultimo grande ban<strong>di</strong>to del<br />

clan dei Fontana, che segna il crollo della cupola della malavita locale.<br />

Obiezione. Come mai, tra i numerosi processi a Cesarino e figli, non<br />

si accenna per nulla a questo reato, che qui si pretende <strong>di</strong> attribuire loro<br />

dopo 350 anni? Va osservato che il fatto è avvenuto sul versante<br />

comasco. Ammesso che possa essere stato denunciato a Como, delle<br />

carte che parlano <strong>di</strong> Cesarino si è detto che non c’è più nulla. Si sono<br />

salvati solo i certificati penali precedenti richiesti da Mendrisio e finiti<br />

negli archivi svizzeri. Bisognerebbe poi sapere come e quando la vicenda<br />

sia <strong>di</strong>venuta <strong>di</strong> dominio pubblico. Può darsi che la scomparsa delle donne<br />

sia stata mimetizzata per un certo tempo, <strong>di</strong>cendo, ad esempio, che erano<br />

andate da qualche parte. Senza mangiare e senza bere, quanto possono<br />

aver resistito? Comunque, ammesso che si sia saputo qualcosa da<br />

qualcuno (come il famoso viandante <strong>di</strong> Riva), visto che la loro sorte era il<br />

prezzo esemplare pagato per aver rotto l’omertà, chi avrebbe avuto il<br />

coraggio <strong>di</strong> fiatare con la giustizia? A pensarci bene, dovette essere<br />

davvero un evento mozzafiato, che rese muta la gente.<br />

La vera risposta <strong>di</strong> una possibile giustizia umana maturò invece nella<br />

lunga e paziente attesa <strong>di</strong> una vendetta privata, me<strong>di</strong>tata e covata nel<br />

silenzio, che fosse finalmente il colpo <strong>di</strong> grazia dato alla malvita, per la<br />

liberazione del popolo dalla cappa del terrore cupo e dell’omertà<br />

umiliante. E su questa conclusione gli in<strong>di</strong>zi documentali sono chiari.<br />

Patrocinatore dell’operazione si trovò ad essere tal Paolo Francesco<br />

Chiesa <strong>di</strong> Chiasso. Lo si intuisce dal fatto che il 5 giugno 1651 il<br />

landfogto Zwiffel scrive al pretore <strong>di</strong> Como Benedetto Boydo, per<br />

chiedergli <strong>di</strong> esaminare un Battista Rossetti <strong>di</strong> Quarcino per sapere se sia<br />

stato ammazzato Cesarino Fontana e da chi; appurando anche se abbia

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