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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

stranieri parassiti, cui certo non stava a cuore la felicità dei sud<strong>di</strong>ti; ma<br />

solamente una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> governabilità da cui scremare o spremere il<br />

più possibile. Il «ceto me<strong>di</strong>o» che formava la classe <strong>di</strong>rigente della<br />

malavita locale svolgeva <strong>di</strong> fatto un ruolo funzionale a simili governi:<br />

muovere risorse per far quadrare i conti fiscali, in un regime più o meno<br />

corrotto, e nel contempo tenere a bada con la paura la massa dei deboli,<br />

facendo salvo il perbenismo delle classi superiori intrallazzate con il<br />

potere dominante. Che, a ben guardare, è ciò che avviene ancora oggi,<br />

soprattutto nei Paesi del Terzo Mondo.<br />

Arrivano gli Svizzeri, arrivano i ban<strong>di</strong>ti<br />

Il sottotitolo non intende dare del ban<strong>di</strong>to agli Svizzeri: significa semplicemente<br />

che, con l’occupazione del Mendrisiotto (e del resto del territorio<br />

dell’attuale Canton Ticino) da parte dei Cantoni Svizzeri, la zona <strong>di</strong><br />

frontiera <strong>di</strong>venne luogo <strong>di</strong> concentrazione <strong>di</strong> bande organizzate <strong>di</strong> malviventi,<br />

stanziati all’inizio, a quanto parrebbe, come mercenari dei<br />

contendenti per il possesso del Mendrisiotto (Francesi e Svizzeri), che<br />

cominciarono a commettere soprusi, imponendo taglieggiamenti,<br />

sequestrando persone a scopo <strong>di</strong> estorsione, rubando nelle case,<br />

praticando violenze <strong>di</strong> tutti i generi, avendo sullo sfondo altresì la nuova<br />

pratica del contrabbando del grano, cui si è accennato.<br />

Una prima rappresentazione <strong>di</strong> tale innesto della malavita nel<br />

Mendrisiotto è riferita dagli atti processuali contro un Petrone Fontana <strong>di</strong><br />

Brusata, formati presso la pretura <strong>di</strong> Mendrisio nel 1542. 7 Dalle<br />

deposizioni dei testimoni prodotti in sua <strong>di</strong>fesa dal Fontana (Filippo<br />

Albrici <strong>di</strong> Olgiate, Vincenzo Rusca <strong>di</strong> Novazzano, Andrea da Saltrio<br />

abitante a Novazzano, Pietro della Torre <strong>di</strong> Stabio…) appare che al<br />

tempo in cui il castello <strong>di</strong> Capolago era stato occupato dal capitano<br />

Guerra per conto del re Francesco I <strong>di</strong> Francia, in contesa con i 12<br />

Cantoni per il possesso del Mendrisiotto (era l’anno 1516), erano<br />

confluiti là molti uomini <strong>di</strong> varia provenienza (Porlezza, Sonvico, Torno,<br />

Como, Lugano, Morcote e Menaggio), che giravano nei paesi del<br />

circondario a compiere ruberie nelle case, sequestravano persone<br />

facendole prigioniere nel castello, per estorcere una taglia in cambio della<br />

rimessa in libertà. Tra le vittime designate c’era lo stesso Petrone<br />

Fontana, figlio <strong>di</strong> mastro Antonio <strong>di</strong> Brusata, che a detta dei testimoni fu<br />

più volte cercato a casa sua per essere sequestrato: non trovandolo, i

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