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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Si anticipa qui, come occhiello, qualche dato <strong>di</strong> sintesi, così da<br />

risparmiare la lettura faticosa dei dati analitici a chi non avrà la pazienza<br />

<strong>di</strong> seguire passo passo; come si fa con il giornale: si possono leggere i<br />

titoli con il sommario e saltare il testo degli articoli.<br />

Il quadro d’insieme presenta a <strong>Uggiate</strong> la serie dei prevosti dai Cotti ai<br />

Besozzi, ai Boldoni. Tra i canonici si accaparrano benefici alcuni chierici<br />

o preti <strong>di</strong> famiglie forestiere, ad<strong>di</strong>rittura milanesi, ma anche comasche<br />

come i Clerici, i Rusconi, i Pateri, i Peregrini, gli Olgiati... e non manca<br />

qualche Bernasconi locale. Di loro, però, si parlerà nei capitoli de<strong>di</strong>cati<br />

alla storia religiosa.<br />

Le famiglie possidenti a <strong>Uggiate</strong> e <strong>Trevano</strong>, tolti i Bernasconi, che<br />

avevano un forte ceppo in luogo, e i <strong>Trevano</strong> (probabili feudatari originari<br />

del luogo, poi trapiantati a Como, mantenendo qui le loro ra<strong>di</strong>ci)<br />

erano per lo più forestiere: i Busia o Busioni e i Della Torre <strong>di</strong> Mendrisio,<br />

i Masnaghi <strong>di</strong> area varesina, i Del Ponte, gli Erba, i Rusca (o Rusconi),<br />

gli Albrici, i Raimon<strong>di</strong>, i Lambertenghi, i Natta, gli Odescalchi <strong>di</strong> Como,<br />

i Pusterla <strong>di</strong> Milano... In particolare il «castello» <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong> a metà del<br />

Quattrocento figura in possesso del comasco Maseto de Olzate (=<br />

Olgiati), 1 probabilmente pervenutogli da un ramo dei «de <strong>Trevano</strong>»,<br />

mentre a partire dal 1490, un po’ per volta, passa nelle mani <strong>di</strong> Nicolao<br />

de Boffetis de Montorfano, detto <strong>di</strong> San Giuliano; quin<strong>di</strong> ad altri.<br />

Tra i mugnai della Val Faloppia ecco i Rezzonico (un ramo dei Della<br />

Torre <strong>di</strong> Rezzonico, come appare dai documenti più antichi), i<br />

Bernasconi, i Lurati, che hanno beni e/o mulini propri; però conducono<br />

anche mulini in affitto dai Pozzi <strong>di</strong> Valsolda, dai Natta, dai Del Ponte, dai<br />

Rusca, dai Maggi, dalle monache <strong>di</strong> Sant’Eufemia e <strong>di</strong> San Lorenzo...<br />

Sono vari anche gli enti religiosi che hanno posse<strong>di</strong>menti qui, oltre<br />

alle citate monache: le benedettine <strong>di</strong> Cernobbio, le agostiniane <strong>di</strong> Brunate<br />

(<strong>di</strong> cui fu priora la beata Maddalena Albrici, che pure si vedrà<br />

intervenire in prima persona a gestire i beni <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong>), le benedettine<br />

del Monastero Femminile, ovvero <strong>di</strong> Santa Margherita.<br />

Tra i possessori <strong>di</strong> beni in quel <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong> si troverà anche qualche<br />

personaggio illustre, come Tomaso Rodari, lo scultore e architetto nativo<br />

<strong>di</strong> Maroggia, che <strong>di</strong>resse la Fabbrica del Duomo <strong>di</strong> Como dal 1484 fino<br />

alla sua morte, avvenuta nel giugno 1526.<br />

Si vedrà come le famiglie conta<strong>di</strong>ne, salvo alcune che hanno messo<br />

ra<strong>di</strong>ce grazie a contratti livellari, ossia perpetui, avevano un certo

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