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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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ASPETTI DELLA VITA LOCALE IN ETÀ VISCONTEA E SFORZESCA 173<br />

come risulta dalla perizia presentata dai due esperti e giurata davanti a<br />

Stefano de Aplano, vicario generale del vescovo <strong>di</strong> Como, con atto del 9<br />

marzo 1456. 107 Pertanto in novembre, con la scadenza <strong>di</strong> san Martino, si<br />

andava a compensare definitivamente il dare e l’avere, con il pagamento<br />

ai mugnai Rezzonico delle 420 lire dovute dalle monache, che saldarono<br />

il conto tramite Antonio Bernasconi fu Pietro, che da altre carte sappiamo<br />

essere soprannominato Pongino e che fu console <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>, come si<br />

vedrà dall’inventario dei beni del capitolo dei canonici.<br />

Ma quali erano state effettivamente le migliorie apportate? La somma<br />

<strong>di</strong> 390 lire per i lavori <strong>di</strong> miglioria era data dalle spese sostenute in<br />

ragione <strong>di</strong> 64 lire per 130 braccia (circa 50 metri quadrati) <strong>di</strong> muro verso<br />

la roggia; per altre 192 braccia (circa 70 metri quadrati) <strong>di</strong> muro nella<br />

casa dove si fa il fuoco e al primo piano; 22 lire per i muri del forno e<br />

della ressiga e l’ingresso alla ressiga verso ovest per 110 braccia; 4 lire<br />

per il pilastro in mattoni che c’è nel portico davanti al forno, stimato in<br />

sette braccia (un metro cubo e mezzo circa); 11 lire per 11 bordoni (=<br />

travetti) e pluviali messi nei solai, nel portico del forno e nel mulino; 12<br />

lire per 40 braccia <strong>di</strong> assi (8 metri cubi circa) posti nei solai e negli<br />

esterni; altre 6 lire e 16 sol<strong>di</strong> per 30 braccia <strong>di</strong> assi posti al primo piano<br />

dove c’è la camera sopra il forno; 22 lire per stagie, una porta, cantili dei<br />

tetti, assi e tempiali posti sotto i tetti e ferramenti; 8 lire per altri legnami<br />

nella casa da fuoco; 34 lire per circa 3.500 coppi posti sui tetti; 34 lire per<br />

22 vere (= anelli), 7 polici (= perni), cavicchi e altri ferramenti per le tre<br />

ruote del mulino e per la ressiga; 12 fiorini (38 lire e 8 sol<strong>di</strong>) per 6 pezzi<br />

<strong>di</strong> mola per le 3 paia <strong>di</strong> mole; 34 fiorini (108 lire e 16 sol<strong>di</strong>) per<br />

l’impianto dei mulini e della ressiga; 25 lire per pobbie, viti e certe cascine,<br />

per un totale <strong>di</strong> 390 lire appunto.<br />

Visto che da quel 1434 erano passati 22 anni, la situazione era frattanto<br />

cambiata: la ministra delle monache Lucia da Civiglio era morta<br />

(come un’altra monaca, Bertramina da Lezzeno Inferiore), e le era successa<br />

Giacomina da Lentate (le altre monache <strong>di</strong> Sant’Eufemia erano Antoniola<br />

de Fabis da Menaggio, Nicolina de Interlegniis e Bertramina Castelli<br />

da Menaggio). Anche il mugnaio Martino era morto, e gli erano subentrati<br />

in successione gli ere<strong>di</strong>: il figlio Franchino (che già era contitolare<br />

del contratto del 1434), e gli altri figli: Giovanni, Germolo, Ottorino<br />

e Maffeina. Una ricevuta <strong>di</strong> 5 fiorini per il saldo <strong>di</strong> tutti gli arretrati<br />

d’affitto rilasciata dalle monache il 30 <strong>di</strong>cembre 1455 108 e l’atto del 1456

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