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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Ed in quella società non mancano episo<strong>di</strong> sorprendenti, tipici delle<br />

epoche <strong>di</strong> crisi. Ad esempio, nell’anno 787 un prete milanese <strong>di</strong> nobile<br />

famiglia, Dateo, istituisce una casa <strong>di</strong> accoglienza per ragazze-madri, per<br />

evitare gli scandali <strong>di</strong> neonati gettati nelle letamaie, o comunque rifiutati<br />

e abbandonati. Nulla <strong>di</strong> nuovo sotto il sole!<br />

Como non aveva avuto un conte longobardo come Milano. Era rimasta<br />

una città vescovile, dove il vescovo (scelto spesso in quei secoli tra<br />

Longobar<strong>di</strong> o Franchi), probabilmente continuava a svolgere compiti anche<br />

<strong>di</strong> autorità civile, dagli ultimi tempi dell’Impero; in ogni caso un probabile<br />

gastaldo restava sotto l’ombra dell’autorità vescovile. Forse si può<br />

ipotizzare come sede dell’antico feudatario <strong>di</strong> Como il nucleo più antico<br />

dell’attuale palazzo episcopale, <strong>di</strong>venuto residenza del vescovo solo più<br />

tar<strong>di</strong>, quando la cattedrale fu portata dentro le mura (anno 1006), dopo<br />

essere stata, secondo la tra<strong>di</strong>zione, a San Carpoforo e a Sant’Abon<strong>di</strong>o.<br />

Esso ingloba un antico sacello, forse battesimale, e una cappella de<strong>di</strong>cata<br />

a San Michele: intitolazione longobarda.<br />

I conta<strong>di</strong> del Seprio, <strong>di</strong> Stazzona e della Martesana<br />

Non è facile ricostruire l’assetto del territorio, dopo il ritiro dei Bizantini.<br />

Sono poche e labili le in<strong>di</strong>cazioni, che escono dai documenti, al fine<br />

<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare l’area, su cui si estendeva la giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Como.<br />

Nella regione occidentale, infatti, si era costituito almeno dalla fine<br />

del secolo VIII il contado del Seprio, che andava dal Basso Lago Maggiore<br />

al Lura-Seveso, e da Legnano fino al Lago <strong>di</strong> Lugano, spingendosi<br />

sulla Valle Intelvi e sulla Val Cavargna. Un documento dell’804, parlando<br />

del Lago «Luanasco» (<strong>di</strong> Lugano), <strong>di</strong>ce infatti che si trova «finibus<br />

castro sebrienses»; la grammatica zoppica, ma il concetto è chiaro: nel<br />

territorio <strong>di</strong> Castel Seprio.<br />

Il Me<strong>di</strong>o e Alto Lago Maggiore faceva parte, invece, del contado <strong>di</strong><br />

Stazzona o Angera; mentre la Brianza era compresa nel contado della<br />

Martesana, con capoluogo ipotizzato in Castelmarte. Si ritiene che la<br />

Martesana includesse pure la pieve <strong>di</strong> Galliano (Cantù), anche se – e la<br />

cosa lascia abbastanza <strong>di</strong> stucco – un documento del secolo X (anno 907)<br />

ci <strong>di</strong>ce che Galliano si trovava «finibus Comensibus», ossia nel territorio<br />

<strong>di</strong> Como. Il che sembrerebbe confermare che qui non era ancora arrivata<br />

la giuris<strong>di</strong>zione civile milanese, che invece in età comunale sarebbe stata<br />

fatta coincidere con i confini religiosi.

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