Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

DAI VISCONTI ALLA FINE DEGLI SFORZA 99
la città che viene occupata e saccheggiata dalle truppe del Malatesta. Pur
essendo tornata Como sotto il controllo visconteo, i disordini
proseguirono con rappresaglie, che infestarono i dintorni, giacché soldataglie
delle fazioni nemiche saccheggiavano reciprocamente i rispettivi
possedimenti. Né valse a fermare l’altalena del dominio sulla città
lariana, in quegli anni turbolenti, l’effimera pace contrattata nel 1406 tra i
Rusca e i loro rivali di sempre, i Vitani, per una tranquilla convivenza.
Annotiamo che il 18 settembre di quel 1406 Giovanni Maria Visconti,
le cui casse si dissanguavano per le spese della riconquista, cedette a
Raffaele Raimondi e ad altri della famiglia le entrate daziarie di Lucino,
Olgiate e Drezzo avendo ricevuto un finanziamento di 1.660 fiorini
d’oro. 3 Per questa ragione non troveremo Olgiate e Drezzo con gli altri
paesi della pieve negli atti relativi alle ripartizioni del censo del sale o
delle altre spese daziarie.
La tregua fra le fazioni dei Rusca e dei Vitani non placò gli animi;
anzi ne approfittò poco dopo per un nuovo «colpo» lo stesso Franchino
Rusca, che però morì nel 1412. Nello stesso anno, altri protagonisti di
quei tristi avvenimenti scompaiono. La mattina del 16 maggio, mentre si
reca a messa a San Gottardo in Corte a Milano, il duca Giovanni Maria
viene assassinato. La stessa sera, a Pavia, spira Facino Cane.
A Como Loterio II succede al padre Franchino II. A Milano è riconosciuto
duca il fratello dell’assassinato, Filippo Maria, che sposa – nonostante
la notevole differenza di età – la vedova di Facino Cane, Maria
Beatrice Lascaris, che gli riporta in dote i feudi già viscontei, che erano
stati concessi al defunto marito (Pavia, Tortona, Novara e Alessandria).
Finalmente, nel 1416, si giunge ad un accordo tra Loterio Rusca e Filippo
Maria Visconti. Tra l’altro, a Loterio ed ai suoi eredi e successori
viene lasciato un feudo tutt’altro che disprezzabile, con le prerogative di
potere giurisdizionale che ne derivano, con le entrate dei dazi, ecc.: tutta
la valle di Lugano, l’intera pieve di Riva San Vitale con Mendrisio, il castello
di Capolago, quello di Morcote e di Sonvico; l’intera pieve di Balerna
con Castel San Pietro (già si delineano i confini del futuro); oltre la
Val Chiavenna. Per il rilascio di Como egli riceve 15 mila fiorini.
Ma per il ducato seguono ancora anni difficili, travagliati dalla dispendiosa
guerra con Venezia (in cui è protagonista il famoso condottiero
Giovanni Bussone, conte di Carmagnola); ne approfittano anche i
Cantoni Svizzeri, ansiosi di espandersi sul versante al di qua delle Alpi,