Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

Gli effetti dell’occupazione svizzera del Mendrisiotto
L’essere divenuta terra di frontiera comportò per la pieve di Uggiate, e
in generale per le aree di confine, una serie di profondi mutamenti, nel
bene e nel male. Anzi, in una prima fase critica, durata quasi un secolo e
mezzo, si registra un crescente degrado morale più o meno esplosivo, che
ad un certo momento tocca un culmine, dopo il quale sembra di avvertire
quasi un senso di liberazione e lo sforzo per la maturazione di un nuovo
equilibrio, nella difficile necessità di elaborare una cultura, per così dire,
del compromesso in un ambiente, in cui convivono legalità e illegalità.
Fattore scatenante dell’evoluzione critica fu senz’altro la lacerazione
del territorio, dopo l’occupazione del Mendrisiotto da parte dei Cantoni
Elvetici, che ne fecero terra di dominio, per cui gli abitanti di quei paesi
nei documenti non sono chiamati «svizzeri», bensì «sudditi dei prelibati
Signori Svizzeri». La pieve di Uggiate era rimasta nello Stato di Milano,
passato sotto il dominio passeggero di Francesco I di Francia, dopo
l’inutile tentativo di riconquista da parte di Francesco II Sforza, sconfitto
a Melegnano nel 1516; quindi sotto gli Spagnoli.
Il confine tra Stato di Milano e dominio degli Svizzeri venne, tra
l’altro, a tagliare la strada che da secoli, si può dire da sempre, congiungeva
la pieve di Uggiate al capoluogo cittadino di Como, attraverso
la Val Mulini e Chiasso. Ma non fu questo il male peggiore: di fatto
quella strada continuò ad essere frequentata per andare a Como, anche se
si ebbero conseguenze negative sulla qualità del percorso, per il venir
meno della manutenzione di alcuni tratti nella piana di Chiasso, che gli
antichi Statuti affidavano agli uomini della pieve di Uggiate.