Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
che prevedeva per i canevarii laici l’obbligo di prestare fideiussione e di
versare una cauzione di tremila lire; obbligo che non viene esteso «in
fratribus religiosis», ossia nei confronti dei frati, con incarico di tesorieri
pubblici. È evidente che – al di là della presunta affidabilità morale dei
religiosi – per loro garantiva la casa o l’ordine di appartenenza.
L’attribuzione di funzioni di pubblico interesse ai frati Umiliati era
stata deliberata a Como già dal 1229, con una norma che affidava loro il
controllo sul mercato delle farine e sulla qualità del pane. 17 È probabile
che l’impiego degli stessi si sia andato allargando con il conferimento di
ulteriori compiti, sempre in campo annonario e fiscale. Sembra, anzi, che
si possa legittimamente ipotizzare che l’organizzazione sul territorio del
contado delle «filiali» di tesoreria del dazio, in rapporto alla rete di distribuzione
annonaria delle farine, del sale e degli altri beni di consumo
(formaggio, olio...) si sia costituita appunto appoggiandosi alle case degli
Umiliati. Questa ipotesi si fonda su un preciso riscontro storicodocumentale:
la localizzazione delle case degli Umiliati coincide con
quei comuni che negli statuti appaiono sede di caneva, vale a dire quelli
tenuti a disporre delle unità di misura omologate dai canevari di Como
per il commercio del sale, del vino, ecc.. Del resto, tali case religiose, che
già sul territorio svolgevano attività ospitaliera (ossia accoglievano
viandanti e pellegrini forestieri), disponevano più facilmente di spazi per
l’ammasso, oltre che essere dotate di persone in grado di tenere una
contabilità pubblica.
Per la pieve di Uggiate, ad esempio, tale situazione si verifica ad Olgiate,
dove c’era, come si è detto nel precedente capitolo, una casa di
Umiliati, da localizzare nell’attuale Via Garibaldi, all’ingresso del paese
per chi eventualmente veniva dalla pieve. Vi si poteva controllare
l’entrata e l’uscita degli olgiatesi dal borgo, e nel contempo si poteva
servire chi veniva da fuori a prendere il sale, senza necessità di entrare in
Olgiate. Sulla porta del paese, anzi, sorgeva una torre (ora sostituita da un
«falso medievale» degli inizi del Novecento), con annessi, forse, i
magazzini annonari.
Ma, come già si è accennato parlando del significato del nome, anche
Canova, fu luogo di riscossione fiscale nel periodo in cui i Lambertenghi
ebbero l’appalto dei dazi del vino. Guardacaso nel secolo XVIII, quando
si istituì ad Uggiate una ricevitoria daziaria, la si collocò ancora nei
pressi di Canova dove la strada cavallina si biforcava.