Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
Brunate mediante fossato, gli eredi di Tinacio de Via mediante fossato o
valle, a nord i Barigozzi mediante fossato.
- un appezzamento di terra lavorativa in parte boschiva, con sopra
delle roveri, già boschiva con una riva, dove si dice ad Planas Paschullorum,
confinante con i Barigozzi, i Rusca ed ora Pietro de Dervio, gli
eredi di Giovanni Tinacio de Via, altri beni del medesimo possessore;
- un appezzamento di campo in Classio, confinante con Gerolamo
Natta, Romerio del Ponte, i Barigozzi;
- un altro campo in Tavernina, confinante ad est con la valle, a sud
con Luigi Raimondi e il monastero di Brunate, ad ovest già il Rusca ed
ora Pietro de Dervio, a nord i mugnai Bellotto e Bertramo Rezzonico e
Lugano de Lugano;
- una selva con quattro piante di castagni in Podna, confinante con i
Ponga, il monastero di Brunate, Luigi Raimondi, Pietro de Dervio e
Giovanni de Trevano;
- un altro appezzamento di selva in Podna ovvero ad Pizanum, confinante
con i soliti Raimondi e monache di Brunate, Pietro de Dervio (già i
Rusca) e Maseto Olgiati;
- un appezzamento di bosco subtus Campum del Buscho, dove si diceva
ad Vallem de Vigniola, confinante ad est con il Monastero Femminile
mediante la strada vecchia, a sud Luigi Raimondi e le monache di
Brunate, ad ovest la valle e a nord gli eredi di Luchino de Trevano;
- un appezzamento di terra già a pascolo ed ora arativa, in Ferano ovvero
ad Paschulos, confinante ad est con la strada, a sud con Pietro de
Dervio (già di Salando Rusca), ad ovest in parte Giovanni de Trevano ed
in parte la strada, a nord la strada.
È curioso il motivo delle retrovendita: Albertino Mangiacavalli non
era che il genero di Antonino Erba, a cui ritornavano i beni, per l’avvenuto
saldo del valore di 700 lire della dote di Leonarda, figlia di Antonino
e moglie di Albertino. Sono pure interessanti i testimoni all’atto rogato
nella «stazione» del notaio sita in parrocchia di San Giacomo: Luigi
de Pateriis, figlio di mastro Leonardo, Luigi Carcano di ser Maffeo, Stefano
de Bononis fu ser Giovanni, tutti e tre qualificati come «fabricus»,
ossia della Fabbrica del Duomo.
All’atto di retrovendita segue subito l’investitura da parte del possessore
Antonino Erba, che dà in locazione i beni riscattati a Giovanni detto
Baratola de Pollis de Tayana del monte di Dongo, fu Bertramo, per 9