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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

nonché nomi comuni, come ad esempio binda per <strong>di</strong>re fascia...); quin<strong>di</strong><br />

ecco la successione dei re italici e degli Ottoni (dal 960).<br />

Il modello istituzionale che si consolidò allora fu quello del feudalesimo.<br />

È noto a tutti che il sistema politico feudale era strutturato in regni,<br />

a loro volta sud<strong>di</strong>visi in contee, che erano articolate in gastaldati, ripartiti<br />

su sculdascie o centene: un complesso sistema, impiantato sul sostrato<br />

romano. Tra i feudatari maggiori (re o duchi) si eleggeva l’imperatore,<br />

che esercitava la sovranità su tutti quanti. Questa «piramide» serviva ad<br />

articolare il sistema <strong>di</strong> amministrazione della giustizia, della riscossione<br />

delle imposte, del controllo militare del territorio, della rete delle relazioni<br />

politiche e sociali <strong>di</strong> uno stato controllato da popoli dai costumi «un<br />

po’ zingari», che erano venuti a stanziarsi stabilmente e in modo <strong>di</strong>ffuso<br />

in una regione <strong>di</strong> conquista, già occupata dalla popolazione <strong>di</strong> civiltà romano-cattolica,<br />

cui erano state tolte terre, libertà e in<strong>di</strong>pendenza.<br />

Il processo <strong>di</strong> integrazione già avviato dai Longobar<strong>di</strong> con la conversione<br />

al cattolicesimo, si era perfezionato con i Franchi fino ad esprimere<br />

quella nuova identità europea che fu il Sacro Romano Impero, cominciato<br />

con Carlo Magno riconosciuto e incoronato da papa Leone III in<br />

quella fati<strong>di</strong>ca notte <strong>di</strong> Natale dell’anno 800.<br />

Nella sovranità dell’imperatore era la somma <strong>di</strong> tutti i poteri, che a cascata<br />

si ri<strong>di</strong>stribuiva sui gra<strong>di</strong> inferiori, con la concessione <strong>di</strong> «benefici»,<br />

«regalie» e «banni», ossia posse<strong>di</strong>menti territoriali, privilegi e fette <strong>di</strong><br />

potere. Non necessariamente il beneficio, <strong>di</strong> cui godeva un feudatario <strong>di</strong><br />

rango inferiore, era il sottomultiplo territoriale <strong>di</strong> un feudo maggiore:<br />

poteva essere dato da un «pacchetto» <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>te <strong>di</strong>versificate (beni terrieri<br />

e regalie come pedaggi o altri balzelli, <strong>di</strong>ritti e privilegi <strong>di</strong> caccia o pesca<br />

o <strong>di</strong> altro tipo) <strong>di</strong>stribuite anche in circoscrizioni <strong>di</strong> altri feudatari.<br />

Donazioni e privilegi venivano concessi da re e imperatori non solo a<br />

<strong>di</strong>gnitari laici, ma anche a monasteri e chiese, giacché abati e vescovi<br />

erano spesso chiamati a svolgere funzioni <strong>di</strong> consiglieri, cancellieri, messi<br />

regali o imperiali, titolati a governare localmente, ovvero a re<strong>di</strong>gere<br />

istromenti pubblici e a compiere atti in nome del sovrano. E tanto ai monasteri,<br />

quanto alle scuole vescovili, venivano affidati i figli dei nobili<br />

per essere istruiti, dopo che anche i barbari conquistatori cominciarono<br />

ad apprezzare le doti intellettuali, oltre che quelle fisiche, necessarie al<br />

governo <strong>di</strong> un sistema sociale complesso, nato dall’incrocio del <strong>di</strong>ritto<br />

romano con quello barbarico.

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