Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE
Podestà di Como il console di Uggiate Gian Battista del Ponte la mattina
del 23 maggio 23 .
Il pretore ordinò la ricognizione del cadavere, perciò immediatamente
il notaio Pompeo Albrici, figlio del nobile Battista, cancelliere del
tribunale penale, si recò ad Uggiate. In un locale al pian terreno della
casa appena costruita di proprietà del predetto Battistino e dei suoi fratelli
(doveva essere al Paulett), trovò il cadavere dello stesso Battistino e lo
fece spogliare. Dalla ricognizione osservò che la gola e quasi tutto il
corpo erano arrossati, nel basso ventre dalla parte sinistra si notava quel
che volgarmente si dice «un segno endego», ossia un’ecchimosi o un
arrossamento da pressione; dietro la spalla destra c’erano due segni neri
stretti, della lunghezza di mezzo dito, ma senza alcuna scalfitura della
pelle; peraltro era da escludere che quei segni fossero stati causati da
percosse. Alla ricognizione fecero da testimoni il signor Francesco Rusca
fu Gerolamo, comasco, Stefano Clerici fu Michele, Pietro Pagani fu
Paolino, Tognio Baragiola detto del Tomisio fu Martino, abitanti ad
Uggiate.
Fu quindi sentita Margherita, figlia del mugnaio Nicola del Giorgetto,
vedova di Battistino, dietro giuramento di dire la verità. Alle domande
dell’istruttore diede queste risposte, che si riportano testualmente, così
che si può sentire come parlavano i nostri antenati a quel tempo.
«Questa mattina nella levata del sole io sono stata quella che ho
trovato mio marito morto nella camera delli cavaleri, che havemo in
quella casa novamente fabricata in fondo della nostra terra di Ugiate».
«Io l’ho trovato in questa manera; che essendo egli hieri sera andato
a dormire in detta camera de cavaleri, perché detta camera non haveva
nessuna chiavatura de serarla, et in loco aperto, dubitandosi forse che
qualchuno non glieli rubasse detti cavaleri, dicendo che voleva stare ivi
per quella notte e poi dimane haverebbe fatto portare lì uno letto
nell’altra camera appresso alla detta delli cavaleri, per potervi dormire,
et havendo detto mio marito apostato (= preso appuntamento con)
Battista de Macio mastro de muro per farlo lavorare, volendo
cominciare a fare fabricare una cassa, coscì questa mattina a bon hora è
venuto detto Battista a casa nostra dove noi habitiamo uno poco lontano
dall’altra casa nova, dimandando detto mio marito, et havendoli io
risposto che era là nella detta casa nova, esso mi rispose che era stato
là, et che non l’haveva ritrovato, per tanto io andai a vedere dove era