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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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ASPETTI DELLA VITA LOCALE IN ETÀ VISCONTEA E SFORZESCA 183<br />

che si trattava <strong>di</strong> buoi e che la vacca aspettava il vitellino. Con la lettura<br />

<strong>di</strong> questi atti si apprende anche come si faceva la «carta <strong>di</strong> identità» degli<br />

animali. Evidentemente era importante avere dei segni <strong>di</strong> riconoscimento<br />

per evitare scambi e truffe al momento <strong>di</strong> tirare i conti finali. Anche<br />

questo faceva parte della moralità dei nostri antichi. Quante cose può<br />

suggerire tra le righe un atto che a prima vista si presenta puramente e<br />

noiosamente descrittivo e contabile!<br />

Il contratto <strong>di</strong> soccida era integrato da un atto <strong>di</strong> obbligazione dei fratelli<br />

de Lacamatta a restituire al Rusconi 134 lire, 6 sol<strong>di</strong> e 4 denari per il<br />

mutuo «gratis et amore» (cioè senza interessi) concesso loro come sussi<strong>di</strong>o<br />

per l’avviamento della fattoria affittata in quel <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong>.<br />

Il giovedì 27 aprile 1508 126 ci imbattiamo in un contraente un po’ eccezionale:<br />

prete Gian Pietro Carcano, rettore della chiesa <strong>di</strong> Santa Maria <strong>di</strong><br />

Drezzo. Egli prende in soccida da Michele Lambertenghi fu Rainaldo un<br />

cavallo morello ed una muletta «baratina ovvero musiga», ossia color<br />

bianco-grigio, <strong>di</strong> circa <strong>di</strong>eci mesi, del costo <strong>di</strong> 52 lire anticipate dal<br />

Lambertenghi. Don Gian Pietro si impegnava a pascere, allevare, nutrire,<br />

custo<strong>di</strong>re e governare le due bestie e a rifondere completamente a suo carico<br />

il prezzo originario se avessero patito danni per colpa o negligenza<br />

sua o del suo «famulo», ossia del suo garzone. I danni sarebbero stati<br />

<strong>di</strong>visi a metà in caso <strong>di</strong> danno casuale.<br />

Testimoni all’atto rogato presso il Broletto <strong>di</strong> Como c’erano anche<br />

prete Felice Colmegna, canonico <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> e un cognato <strong>di</strong> don Gian<br />

Pietro, Pietro Brenna, abitante a Brenna (evidentemente marito <strong>di</strong> una<br />

sorella).<br />

A quel che sembra don Gian Pietro doveva usare il cavallo come<br />

mezzo <strong>di</strong> lusso, e la mula come «fuori strada» per salire a Santa Maria o<br />

per altri percorsi <strong>di</strong>fficili, come la salita della Sacchetta <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong>.<br />

Infatti si è citato qui don Gian Pietro, pur non essendo né <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> né <strong>di</strong><br />

<strong>Trevano</strong>, perchè da un atto del 15 febbraio 1511 risulta che oltre che<br />

parroco <strong>di</strong> Drezzo, egli era cappellano della chiesa <strong>di</strong> San Michele <strong>di</strong><br />

<strong>Trevano</strong> e come tale riceveva l’affitto, consistente in quattro staia <strong>di</strong><br />

frumento, dei beni della chiesa stessa tenuti a mezzaria da Bernardo<br />

Bernasconi fu Battista abitante a <strong>Trevano</strong> Inferiore. 127<br />

Si tralascia <strong>di</strong> commentare altri atti <strong>di</strong> soccida o <strong>di</strong> compraven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

bestiame da parte <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong> o <strong>Uggiate</strong> ricorrono tra le carte<br />

archivistiche risalenti al periodo considerato in questo capitolo. 128

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