Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

UGGIATE PIEVE DI CONFINE OASI DI BANDITI 447
In(terrogatu)s se sa la causa per la quale sii detenuto nelle forze del molto illustre signor
Capitano nostro.
R(espondit): Signor no.
Interrogato se può imaginarsela.
Rispose: Signor no poiché essendo io a Lugano fui dimandato, così venni e poi fui
preso.
Interrogato se conosce un Giovanino di Guanzà.
Rispose: Signor no che non lo conosco, conosco beni li suoi figliuoli, uno Antonio,
l’altro Carlo, uno de’ quali è stato amazzato vicino ad Ogiate, quale credo sii Antonio.
Interrogato quanto tempo è che è stato amazzato, da chi e per qual causa.
Rispose: È stato amazzato circa le vindemie passate da chi non lo so, ma ho inteso
che sono stati N. N. che l’hanno amazzato in fondo d’Ogiate.
Postmodum subiunxit (E poi aggiunse) io dico la verità havendo detto Antonio e fratelli
datto due volte a me delle archibuggiate per amazzarmi, et una volta restato colpito
in un galone nella campagna tra Casanova e Caverzate, che conducevo del grano, e
l’altra volta andando io a cavallo per caricar grano quest’estate passata mi corsero dietro
appresso Guanzate, ma essendo io bene a cavallo mi salvai con la fuga, e lasciai dietro
una pistolla, qual credo l’habbino hauta loro, perché mi corsero dietro per l’istessa
strada; così pensando io alli fatti miei ch’essi mi volevano amazzare; et essendo anco
detti figliuoli di Giovanino in disgusto con N. N. mi mandò a dimandare a Genestré,
così io andai, et in Ogiate facessimo la mossa d’amazzarli loro, et in questo discorso
intervennero N. N. e così tutti unitamente andassimo a fargli un’imboscata dietro alli
muri del giardino del signor Paolo Torriano: passorno (= passarono) poi quella notte
che fu un sabbato di sera venendo la domenica 84 al tempo delli persichi fra sette (=
circa in sette), tra quali vi erano quatro figliuoli del detto Giovanino, tra quali vi era il
Chierico, che lasciassimo passare per portargli rispetto come ecclesiastico, e fu tirato al
detto Antonio suo fratello, qual restò morto, et un soldato di militia, ch’era in lor
compagnia, e con loro vi erano anco dei cavallanti di Binago, quali non conosco, né
furno molestati.
Interrogato se è informato che appresso la canonica di Guanzà sii stata fatta un’imboscata a detto Giovanino e figliuoli, e che poi sii stata
discoperta l’imboscata, e per disgusto e còlera siino state sparate dell’archibuggiate, per
quali sii restata morta una donna e certi figluoli, e ferito un gentilhuomo.
Rispose: Io non sono stato presente, né meno sono informato di questo; solo ho inteso
a dire che è stato N. N. con la sua gente.
Interrogato per qual causa N. è andato ad amazzare detto Giovanino e figliuoli.
Rispose: Perché fra di loro vi era rissa (cancellato: inimicitia) prima, e che havevano
fatto prima delle imboscate al medemo N. N. anzi passato avanti la lor porta a Fenegrò.
Interrogato da chi ha inteso questo.
Rispose: L’ho inteso a dire in casa del medemo signor N. N. da suoi servitori cioè il
dimandato N.
Interrogato se esso disse che restassero morti una donna, figliuoli et un
gentilhuomo.
Rispose: Questi tali non mi dissero che restasse morta donna né figlioli; ho ben
inteso a dire da N. N. ch’erano restati feriti una donna e figliuolo, che sono poi guariti,