Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

L’età romano-barbarica
Il periodo storico, che va dalla caduta dell’Impero Romano
d’Occidente (476 d. C.) all’anno 1000 circa, veniva spesso definito come
quello dei «secoli bui», con ciò significando un periodo di decadenza
dell’economia, della cultura, della vita delle città. Oggi tutti pensano, per
la verità, che si tratti di un’epoca, che andrebbe studiata in maniera più
attenta ed approfondita, giacché non mancano testimonianze di civiltà,
difficilmente conciliabili con l’idea di barbarie generalizzata.
Basterebbe pensare, ad esempio, a Ravenna ed ai suoi mosaici (per
non citare quelli milanesi, meno noti, di Sant’Aquilino presso San Lorenzo
o di San Vittore in Cielo d’oro presso Sant’Ambrogio), ai pezzi di
oreficeria e gioielleria in genere di produzione longobarda conservati
presso il Duomo di Monza (tra cui spicca la famosa corona ferrea e la
pita dora, ossia la chioccia d’oro), alla Pala di Volvinio (l’altare d’oro di
Sant’Ambrogio a Milano), alla formazione di Venezia, per mettere in
dubbio la semplicistica definizione di «secoli bui» data ad un’epoca.
Certamente sono secoli di cui fatichiamo a comprendere fino in fondo
la complessità, per gli intrecci di interessi e di culture, che li caratterizzarono:
da quelli dei regni e dei popoli barbarici (Goti, Vandali, Longobardi...)
a quelli dell’Impero Romano d’Oriente, che ha sempre cercato di
tenere legami con l’Occidente, anche pilotando o contrastando qualche
scisma religioso; a quelli del Papato, che si andava consolidando come
potenza politica temporale (giacché la religione era considerata già dai
Romani come espressione della sfera statuale, e tale fu considerato il cristianesimo
dopo il 380, quando Teodosio lo dichiarò religione ufficiale