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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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164<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Giovanni, Francesco Cattaneo fu Stefano e Ottorino de Carseno<br />

(Garzeno) fu Cristoforo.<br />

In verità Tomaso non ebbe fretta <strong>di</strong> morire; anzi, fece in tempo anche<br />

a mettere insieme con po’ <strong>di</strong> debiti, per 550 lire, tanto che dopo l’evento<br />

della sua morte, nell’agosto 1525 il tribunale <strong>di</strong>spose una stima dei suoi<br />

beni per ipotecarli a favore dei cre<strong>di</strong>tori. 86<br />

Il primo luglio 1523, 87 anche don Antonio Pusterla (il don qui vale<br />

come titolo nobiliare), che aveva assistito al testamento del Pongino, a<br />

sua volta decideva <strong>di</strong> mettere a posto le cose prima <strong>di</strong> morire,<br />

avvalendosi del medesimo notaio, che era Gerolamo Somazzi, notabile <strong>di</strong><br />

Casanova e Novazzano, che esercitava in zona.<br />

Lo fece dunque venire nella sua casa <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong> Inferiore 88 e per<br />

prima cosa nominò suo procuratore il figlio Ambrogio per procedere alla<br />

ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> certi suoi beni situati a Venegono Inferiore; quin<strong>di</strong> a scarico<br />

della sua coscienza e ad evitare scandali e liti tra i suoi figli, <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> aver<br />

ricevuto nei giorni passati 50 ducati (pari a 200 lire) da suo genero<br />

Tomaso Turconi <strong>di</strong> Grandate, che gli erano dovute per un certo contratto.<br />

Infine revisionò il testamento che aveva fatto, giacché la figlia Valeria si<br />

era sposata dopo il primo testamento. Prima le aveva destinato 200<br />

ducati, in vista del matrimonio temporale o spirituale, lasciando ere<strong>di</strong><br />

universali i figli maschi Francesco e Ambrogio; poi, visto che si era<br />

maritata, le aggiunse 50 ducati oltre una «schirpa» condecente insieme<br />

con l’intera dote, in più dei 200 ducati. Destinò ancora 50 ducati<br />

ricavabili dai suoi beni da assegnare alla più bisognosa delle figlie.<br />

Legò altresì la somma <strong>di</strong> 50 fiorini alla chiesa <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>, dove intendeva<br />

essere sepolto. Tra i testimoni, oltre a persone che ci sono note attraverso<br />

gli atti comunitari, c’erano il prevosto <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> (Nicolò<br />

Boldoni) e prete Francesco Salan<strong>di</strong> (o Suar<strong>di</strong>?) fu mastro Venerino. 89<br />

Ma non era ancora il testamento definitivo. Si vede che la tempra del<br />

signor Pusterla era forte, tanto che durò ancora per vari anni. Un ulteriore<br />

atto testamentario porta infatti la data del 26 giugno 1526. 90 Questa volta<br />

i formulari fanno precedere le invocazioni a Dio e alla Madonna, ma non<br />

era ancora in punto <strong>di</strong> morte, giacché le sue volontà furono dettate fuori<br />

casa, nell’abitazione uggiatese del canonico Gian Pietro de Olzate.<br />

Legò 5 lire alla Fabbrica del Duomo, altre 8 lire (oltre al corredo e alla<br />

dote) le lasciò alla figlia Margherita, sposata con Gian Antonio Castiglioni<br />

<strong>di</strong> Locate. Lasciò pure 100 fiorini alle nipotine Giovanna e sorelle

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