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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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IL SEICENTO: LIBERTÀ PER UGGIATE E LA SUA PIEVE 369<br />

sono li datii<br />

Rispose: Non se vi essercisse cos’alcuna.<br />

Interrogato: Se vi è imbotato.<br />

Rispose: Signor sì et è della città <strong>di</strong> Como.<br />

Interrogato: Se da detto commune si sono partite qualche persone da vinti giorni in<br />

qua per andare ad habitare altrove.<br />

Rispose: Saranno più de vinticinque giorni che si partirono dalla detta terra due<br />

donne vidove una detta Margarita de Franci et Giulia de Ferrari et ciò perché sentirono a<br />

<strong>di</strong>re che si voleva re<strong>di</strong>mere la terra, et loro per paura d’haver da pagare danari si sono<br />

partite, né si sono partite altre persone.<br />

Interrogato: Se la detta comunità pagha qualche cosa alla Regia Camera cioè censo,<br />

red<strong>di</strong>to o altra gabella.<br />

Rispose: Non si pagha cos’alcuna, solo il censo del sale quale si pagha qui alla Città<br />

<strong>di</strong> Como.<br />

Interrogato: Se ha usato <strong>di</strong>ligenza in fare la detta lista de capi <strong>di</strong> casa.<br />

Rispose: Signor sì che ho fatto ogni <strong>di</strong>ligenza essendo andato <strong>di</strong> casa in casa, et assicuro<br />

che è giustissima.<br />

Le quali cose <strong>di</strong> sapere S.G.R. salvo quanto sopra è <strong>di</strong> anni 30 o circa.<br />

Cagno<br />

1652 adì quattor<strong>di</strong>ci luglio.<br />

Nella predetta Città e casa avanti il predetto signor questore delegato.<br />

Dietro avviso comparve Giacomo Bernasconi figlio <strong>di</strong> Stefano, abitante del luogo <strong>di</strong><br />

Cagno, pieve d’<strong>Uggiate</strong>, e console del medesimo luogo, cui ecc., che ecc..<br />

Interrogato rispose: Sono nativo <strong>di</strong> Cagno pieve d’Ugiate dove ho sempre habitato<br />

et saranno circa quattro anni che sono console.<br />

Interrogato rispose: Signor sì che sono pratico del mio commune.<br />

Interrogato: Se sotto al suo commune vi sono cassine, molini, monasteri de frati et<br />

monache.<br />

Rispose: Vi sono due cassine dette alla Roccha et l’altra alla Chiesa, et uno Molino<br />

detto il Trotto, del resto non vi è alcuno monastero.<br />

Interrogato: Se ha notitia quanti siano li capi <strong>di</strong> casa <strong>di</strong> detto suo commune compreso<br />

li preti, donne vidove, et ogni altra persona che tenga casa da per sé, et che li nomini.<br />

Rispose: Questa è la lista <strong>di</strong> tutti li capi <strong>di</strong> casa compreso il signor curato, et massari,<br />

et molinaro delle dette cassine et molino, quali tutti fanno il numero <strong>di</strong> trenta due et non<br />

vi sono donne vidove.<br />

Ed esibì la notula dei detti capi ascendenti al numero <strong>di</strong> trentadue come da essa<br />

contrassegnata...<br />

Nota a lato: Nella visita ne furono trovati trentaquattro.<br />

Interrogato: Di chi sono li datii <strong>di</strong> pane, vino et carne.<br />

Rispose: Non vi è altro datio che quello del vino qual è del signor Ieronimo Canariso<br />

et non si fa né prestino né beccaria.<br />

Interrogato: Se vi è bollino.<br />

Rispose: Signor sì et deve esser del medesimo Canariso.

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