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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE PIEVE DI CONFINE OASI DI BANDITI 413<br />

complemento, che va a colmare la lacuna documentale, giacché la<br />

tra<strong>di</strong>zione interviene anch’essa come fonte storica, sia pure nel nostro<br />

caso da vagliare e da epurare, comunque da reinterpretare.<br />

Il giro è piuttosto lungo e va percorso con pazienza. Cominciamo<br />

l’esposizione dei vari pezzi dello scenario, non secondo un or<strong>di</strong>ne<br />

cronologico, bensì cercando <strong>di</strong> ricollegarsi alla «mente», ovvero alla<br />

cupola della malavita locale e <strong>di</strong> comporre alcune parti del quadro.<br />

Partiamo da un estratto <strong>di</strong> carte processuali del 1649-50, in cui si<br />

accerta che tali Dionisio Belloni della Pradella (ossia Prella, frazione <strong>di</strong><br />

Genestrerio) e Vincenzino Col<strong>di</strong>rari <strong>di</strong> Genestrerio avevano partecipato<br />

ad imboscate tramate nell’autunno del 1649 da un anonimo mandante per<br />

uccidere dei Sordelli <strong>di</strong> Guanzate, che usavano fermare il grano altrui;<br />

ma non facevano a meno <strong>di</strong> esportare il proprio.<br />

Un primo agguato per sorprenderli e colpirli fu teso una sera in<br />

Appiano: i componenti della spe<strong>di</strong>zione punitiva, secondo la deposizione<br />

dei due imputati sopra nominati, si erano nascosti in un isolato privato<br />

vicino alla piazza <strong>di</strong> Appiano. Scoperti dal proprietario della casa, tal<br />

Pietro Rusconi, ne nacque una sparatoria in cui rimase ucciso lo stesso<br />

Rusconi e furono feriti mortalmente altri due uomini, Gerolamo<br />

Castiglioni e Carlo Ronchetti, nonché una donna, Battistina moglie <strong>di</strong><br />

Andrea Misenta.<br />

Ma gli attentatori non mollarono. Un’altra sera, che l’imputato non sa<br />

precisare, comunque al tempo delle «vindemie» (si è appurato che fu la<br />

notte del 27 settembre), 41 si tese una seconda imboscata, questa volta ad<br />

<strong>Uggiate</strong>, piazzandosi <strong>di</strong>etro il muro del giar<strong>di</strong>no del signor Paolo<br />

Torriani, vale a <strong>di</strong>re nella zona della Madonnina. I sicari questa volta<br />

riuscirono a colpire e ad uccidere Antonio Sordelli, figlio del succitato<br />

Giovannino <strong>di</strong> Guanzate, oltre ad un ignoto, il cui cadavere fu portato ed<br />

esposto a Como per essere riconosciuto, ma non si seppe nulla. Il delitto<br />

fu pure <strong>di</strong>pinto come un incidente occorso nel tentativo <strong>di</strong> bloccare una<br />

colonna <strong>di</strong> contrabban<strong>di</strong>eri <strong>di</strong> grano: per venderla così all’autorità<br />

inquirente, fu chiamato il console <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>, a cui fu consegnato il grano<br />

che le vittime ed i loro soci portavano (c’erano anche due cavallanti <strong>di</strong><br />

Binago).<br />

Chiunque, infatti, era legittimato a fare azione repressiva del<br />

contrabbando, tanto più se i contravventori provenivano da altra<br />

giuris<strong>di</strong>zione (Guanzate era nel ducato e sotto la giuris<strong>di</strong>zione milanese,

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