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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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168<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

Altri atti vari<br />

Sono svariati gli atti notarili che trattano altri negozi o rapporti economici<br />

tra le persone. Non sono importanti in sé, ma allargano il ventaglio<br />

sugli usi e i costumi, e presentano altre persone.<br />

Il 26 giugno 1434 troviamo Antonio Raimon<strong>di</strong>, fu Donato, che riceve<br />

da Giorgio de <strong>Trevano</strong>, fu Giovanolo, 4 staia <strong>di</strong> frumento e 4 <strong>di</strong> segale a<br />

saldo dell’affitto dell’anno passato da San Martino in qua, che gli spetta a<br />

metà per i beni in <strong>Trevano</strong>. 95 È solo un esempio <strong>di</strong> pagamento <strong>di</strong> affitto,<br />

che si mette qui perché è tra i più antichi trovati; ma ve ne sarebbero tanti<br />

altri, che mettono in scena persone <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong> <strong>Trevano</strong> che si obbligano<br />

con i cre<strong>di</strong>tori a pagare per un motivo o per un altro. Se ne spigola<br />

solamente qualcuno più curioso.<br />

Il 16 ottobre dello stesso anno 1434 Albertolo detto Moneto<br />

Bernasconi <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>, abitante ad Albiolo, <strong>di</strong> Gianni detto del Cortiano,<br />

si obbliga a pagare entro Natale a Giovanni de Via fu Fomaso 9 staia <strong>di</strong><br />

segale, 8 <strong>di</strong> frumento e 18 lire per il prestito dato come prezzo <strong>di</strong> un<br />

drappo vendutogli a Como, non per suo uso, ma per farne mercanzia. 96<br />

Sicché questo antenato del ceppo dei Bernasconi si dava da fare nel<br />

commercio, pur con qualche rischio.<br />

Non fu il solo a comprare vestiti con <strong>di</strong>lazioni <strong>di</strong> pagamento. Nel 1479<br />

capitò a Giovanni e Pietro della Torre <strong>di</strong> Rezzonico fu Tomaso, abitanti a<br />

Chiasso Maggiore, <strong>di</strong> comperare da Franceschino Turconi, mercante <strong>di</strong><br />

Como, un drappo <strong>di</strong> lana verde e turchina per fare una socha (ossia una<br />

mantelletta soprabito con lo spacco <strong>di</strong> lato e davanti) e un paio <strong>di</strong><br />

maniche alla sorella Giovannina. Si impegnarono con atto pubblico in<br />

data 25 maggio a pagare le 21 lire del prezzo della stoffa entro san<br />

Michele. 97<br />

Nel 1496 sotto la data del 9 gennaio troviamo un altro atto, che merita<br />

attenzione, per i personaggi che vi sono citati. 98 Agostino de Prada de<br />

Clavena, <strong>di</strong>ctus de Ronago (sicché è un Prada chiavennasco immigrato<br />

dalle nostre parti), con il figlio Tomaso, abitanti a <strong>Trevano</strong>, comprano a<br />

cre<strong>di</strong>to dei «subtularia» per 19 lire e un drappo <strong>di</strong> lana per 28 lire e 14<br />

sol<strong>di</strong>, impegnandosi e restituire il prezzo totale <strong>di</strong> 47 lire e 14 sol<strong>di</strong> ai<br />

fornitori, che sono Martino e fratelli de Lopia, comaschi (originari <strong>di</strong><br />

Lozza, nella zona <strong>di</strong> Erba), entro il primo <strong>di</strong> giugno. Fra i testimoni<br />

all’atto <strong>di</strong> obbligazione nei confronti dei cre<strong>di</strong>tori, rogato in casa del<br />

notaio Paolo de Lopia, loro fratello, a Como, parrocchia <strong>di</strong> San Fedele,

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