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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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ASPETTI DELLA VITA LOCALE IN ETÀ VISCONTEA E SFORZESCA 151<br />

<strong>di</strong> gestirne i beni. 49 Era subentrato nell’incarico a un certo Martino de Lezia,<br />

ma non si sa precisamente fino a quando lo mantenne; si è visto però<br />

che nel 1446 il 21 maggio già riceveva per la prima volta in investitura<br />

da Luigi Raimon<strong>di</strong> per la sua metà in<strong>di</strong>visa e da Gerolamo Natta per la<br />

sua metà i sopra citati beni <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong>.<br />

Si sa anche che nel 1452 come custode della chiesa <strong>di</strong> Ronago c’era<br />

un Tomaso de Live, che nel 1466 se ne andò via per aver preso in affitto<br />

una masseria a Seseglio. 50 Dopo <strong>di</strong> che i ronaghesi riuscirono ad avere un<br />

sacerdote vice-curato, a cominciare da un don Giacomo Pozzi presente<br />

sicuramente almeno dal 1470, 51 seguito poi sempre da altri preti, scelti<br />

per lo più tra i canonici <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>. Il «Fra», tuttavia, aveva avuto anche<br />

altri rapporti <strong>di</strong> affitto con Caterina Della Torre <strong>di</strong> Mendrisio e con Vitale<br />

de Morigiis, che gli avevano dato da condurre i loro terreni <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong><br />

quanto meno negli anni 1459-60, come <strong>di</strong>mostra un atto del 20 novembre<br />

1460, 52 con cui il nostro Giovannino Bernasconi si impegnava a saldare a<br />

Caterina Della Torre l’affitto residuo <strong>di</strong> 12 staia <strong>di</strong> formentata relativo al<br />

1459 e contestualmente pagava il resto dovuto per il corrente anno al<br />

Moriggi: 7 staia <strong>di</strong> frumento, 7 <strong>di</strong> segale, 7 <strong>di</strong> miglio; 4 staia <strong>di</strong> castagne<br />

peste, 1 <strong>di</strong> noci, 2 lire, 1 paio <strong>di</strong> capponi e la metà del vino.<br />

Tra le righe <strong>di</strong> noiosi documenti si celano tanti in<strong>di</strong>zi e spunti<br />

interessanti. Certo: alcune carte non bastano a dare tante risposte. Ma<br />

ogni cosa ha un suo perché, che si può scoprire, se si seguono le piste e si<br />

va a vedere come si incrociano fra loro. Proviamo ad andare avanti.<br />

Tra i possessori confinanti con terreni già descritti, abbiamo trovato<br />

Maseto de Olzate (Olgiati) fu Guglielmo. Un atto <strong>di</strong> investitura a Togno<br />

detto Bazero del Camata fu Pietro e al <strong>di</strong> lui figlio Petrolo del 4 marzo<br />

1454 (che ne segue uno già del 4 <strong>di</strong>cembre 1453) ci informa che egli<br />

stesso abitava «in castro de <strong>Trevano</strong>», pur avendo la casa principale a<br />

Como. 53 Nell’istromento non sono descritti analiticamente i beni, che tra<br />

l’altro affittava solo per l’anno in corso da san Martino passato al prossimo,<br />

ma vi sono interessanti clausole, che ampliano la documentazione<br />

sugli usi e costumi e sui prodotti locali.<br />

Innanzitutto il pagamento prevedeva: la metà <strong>di</strong> tutte le granaglie<br />

grosse, la metà <strong>di</strong> tutto il vino, il lino e la canapa, la metà <strong>di</strong> tutte le<br />

granaglie minute, 2 staia <strong>di</strong> castagne peste e due staia <strong>di</strong> maroni ver<strong>di</strong> «de<br />

Rizera», un carro <strong>di</strong> rape, un carro <strong>di</strong> fieno, 6 congi (= brente) <strong>di</strong> vino del<br />

Ronco e altri 6 della Vigna, ed altri 4 congi e mezzo della metà spettante

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