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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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DALLA PREISTORIA ALLA FINE DELL’ETÀ ROMANA 33<br />

A <strong>Uggiate</strong> è avvenuta una scoperta abbastanza significativa nel 1911.<br />

Mentre si scavava nel Ronco dei Somaini per piantare dei gelsi, vennero<br />

alla luce tre tombe a cremazione: due a cassetta <strong>di</strong> tegoloni, una con un<br />

semplice vaso. Come vasi cinerari vi erano deposti recipienti <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa<br />

forma e <strong>di</strong> vario materiale. In particolare la lavorazione del tipo «a nido<br />

d’ape» su materiale nerastro <strong>di</strong> un’olla permette <strong>di</strong> ipotizzare una datazione<br />

piuttosto antica (fine II secolo-prima metà del I secolo a.C.).<br />

Tali reperti sono conservati presso la Villa Somaini. Finora resta<br />

l’unico ritrovamento archeologico d’età romana segnalato sul territorio<br />

comunale. L’intensa attività e<strong>di</strong>lizia <strong>di</strong> questi anni potrebbe portare a<br />

nuove scoperte; pertanto è raccomandabile un’attenta osservazione degli<br />

scavi ed anche delle opere <strong>di</strong> ristrutturazione e<strong>di</strong>lizia (che possono far<br />

emergere materiale <strong>di</strong> spoglio reimpiegato in passato in vecchi e<strong>di</strong>fici),<br />

per evitare la <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> possibili reperti. Fuori dai confini della pieve<br />

non c’è soluzione <strong>di</strong> continuità: testimonianze <strong>di</strong> età romana sono state<br />

trovate a Novazzano, Pedrinate, Stabio, Beregazzo con Figliaro, Lurate<br />

Caccivio, Oltrona S. Mamette, Appiano Gentile... A Gironico al Monte,<br />

presso la Villa Valerio (già dei Raimon<strong>di</strong> e prima dei Rusca) sono<br />

conservate are de<strong>di</strong>cate ad Ercole ed altre epigrafi trovate a Fino<br />

Mornasco.<br />

Infine, le ra<strong>di</strong>ci della romanità sono presenti nel linguaggio; non solo<br />

nella lingua italiana, ma anche nel <strong>di</strong>aletto, che da parte sua è una parlata<br />

neolatina <strong>di</strong> derivazione <strong>di</strong>retta. Lo <strong>di</strong>mostrano vocaboli <strong>di</strong>alettali, che<br />

non hanno riscontro in italiano, come ad esempio «nagott», per significare<br />

«nulla, niente», che deriva dal latino «ne gutta »,<br />

«neanche una goccia».<br />

La cultura romano-cristiana<br />

Non è possibile stabilire con precisione quando la fede cristiana sia<br />

approdata nella nostra zona. Il paganesimo era ra<strong>di</strong>cato ovunque, come si<br />

è potuto rilevare parlando delle testimonianze del culto degli dei pagani.<br />

Pare, comunque, atten<strong>di</strong>bile che il primo veicolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione della<br />

nuova religione sia stato l’esercito romano. In effetti i primi fedeli, che<br />

fecero da seme alla Chiesa e <strong>di</strong>edero la loro testimonianza nella nostra<br />

regione, furono soldati. Così Nabore e Felice, Gervaso e Protaso, Nazaro<br />

e Celso, Vittore, martiri a Milano; o Carpoforo e i suoi compagni martiri<br />

a Como; e ancora Fedele, Fermo, Alessandro...

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