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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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338<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

collocabile intorno al 1655; 5 foglio pure non firmato, ma che appare<br />

scritto con la grafia del daziere Carlo Canarisi, che nell’intestazione<br />

annota: «fatto con il signor Pavolo Torriano ora Marchese»,<br />

probabilmente per fissare la memoria dei fatti. Vi si legge: «Già dodeci<br />

anni sono il signor Horator Pavol Torriano et Hieronimo Canarisio come<br />

maggior stabiliti (ossia come i più facoltosi residenti) nella terra <strong>di</strong> Ugià,<br />

si convennono per mantenire in libertà dessa terra a prendere la <strong>di</strong>ffesa<br />

d’essa, sì il signor Torriano per li affari a Milano come il Canarisio per li<br />

affari a Como; come seguì».<br />

«Il 1647 la Reggia Camera si delliberò voler vendere li dacii d’essa<br />

terra et Pieve, cioè Prestino, Bolino, Scanadura con suoi uniti, nel modo e<br />

forma soleva scodere essa R. Camera. Per il che esso signor Torriano<br />

preghò il Canarisio à comprare essi dacii acciò non vi entrasse qualche<br />

forestiero ad inquietare la terra; e tanto seguì. Non tanto (= non solo)<br />

comprò il Canarisio essi dacii, ma <strong>di</strong> più fu astretto ancora dal<br />

Illustrissimo Magistrato a comprare il patto <strong>di</strong> gracia», che era la<br />

promessa, <strong>di</strong>etro versamento <strong>di</strong> una certa cifra, che il paese non sarebbe<br />

stato incluso tra quelli da mettere in ven<strong>di</strong>ta come feudo.<br />

«Il 1648 essa R. Camera volse vendere il censo del sale d’essa terra <strong>di</strong><br />

Ugià, e parimente il signor Horatore (Paolo Torriani) preghò esso<br />

Canarisio per non lassar che altri potessero intricarsi nella terra a<br />

comprarlo, come seguì», ossia, così avvenne.<br />

«Il 1652 in aprile esso signore Horatore con suo Memoriale <strong>di</strong>mandò<br />

de infeudarsi d’essa terra <strong>di</strong> Ugià, Albiolo e Caverzasio, con far exponer<br />

le Cedule in essa terra, per le quali li habitanti de Ugià fecero unione e<br />

procura <strong>di</strong> non lassarsi infeudare, massime che la cedula <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> poter<br />

vendere il feudo ancora a forastieri; così essi habitatori <strong>di</strong> Ugià preghorno<br />

esso Hieronimo a servire il danaro vi poteva bisognare per essa<br />

redentione, come seguì, constituendo procuratori a ciò il reverendo<br />

signor prete Pietro Herba et Carlo Canarisio, filio <strong>di</strong> Hieronimo».<br />

«Esso Carlo hebbe or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Hieronimo suo padre fosse (= si rendesse<br />

presente) prima <strong>di</strong> dare il memoriale d’esso sin<strong>di</strong>cato et vi fu due volte a<br />

sua Casa <strong>di</strong>cendo a messer Cristoffano suo cameriere o fattore il perché<br />

lo cercava et dove era allogiato, che fu incirca il 20 aprile detto anno; ed<br />

il giorno seguente esso reverendo signor Herba volse dare il Memoriale<br />

<strong>di</strong>mandando la redentione. Per il che il signor Horatore lata in Magistrato<br />

come delli atti nel instromento <strong>di</strong> redentione recitati, et non ostante le

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