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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

curiosi il gusto <strong>di</strong> scoprire da soli altre notizie suggerite dal documento<br />

fiscale, trascritto per intero in fondo al capitolo.<br />

Consistenti erano anche i beni <strong>di</strong> enti ecclesiastici. Oltre ai benefici<br />

delle chiese locali, vi erano le possessioni <strong>di</strong> monasteri e conventi <strong>di</strong><br />

Como e <strong>di</strong> Milano, ovvero le prebende <strong>di</strong> canonicati e cappellanie<br />

forestiere <strong>di</strong>slocate in zona. Ad <strong>Uggiate</strong> figurano solo i beni del Capitolo<br />

dei canonici del luogo; a <strong>Trevano</strong> compaiono i posse<strong>di</strong>menti delle<br />

Monache <strong>di</strong> Cernobbio (che ne avevano anche a Olgiate), <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong><br />

Santa Margherita (che ne avevano anche a Bizzarone), dei Frati <strong>di</strong> San<br />

Gerolamo e dei Frati <strong>di</strong> San Donato (sopra Como).<br />

A Ronago vi erano beni delle Monache <strong>di</strong> Santa Chiara, della Trinità e<br />

<strong>di</strong> Sant’Anna (Como); a Caversaccio e a Concagno delle Monache <strong>di</strong><br />

Santa Maria Elisabetta (Como); ad Albiolo delle Monache <strong>di</strong> San Lorenzo<br />

(che ne avevano anche a Drezzo), <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong> San Pietro alle Vigne<br />

(Como Bignanico) e dei Frati <strong>di</strong> San Giovanni (domenicani <strong>di</strong> Como); a<br />

Baragiola delle Monache <strong>di</strong> Sant’Agata (Como) e dei monaci <strong>di</strong> San<br />

Simpliciano (Milano); a Gironico del convento <strong>di</strong> San Fancesco (Como).<br />

Per questo in molti paesi si sente <strong>di</strong>re: «Lì c’era un convento...». Alcuni<br />

lo <strong>di</strong>cono, ad esempio, riferendosi a Romazzana, o alla «Streceta» <strong>di</strong><br />

<strong>Uggiate</strong>. Ebbene, dalle nostre parti non c’era nessun convento, se non<br />

una casa <strong>di</strong> Umiliati a Olgiate, documentata già dal secolo XIII, soppressa<br />

nel secolo XVI, oltre al piccolo monastero dei benedettini cluniacensi<br />

annesso alla chiesa <strong>di</strong> Sant’Ippolito (sul luogo dell’attuale parrocchiale<br />

olgiatese), soppresso intorno alla fine del secolo XIII o agli inizi<br />

del XIV. Perciò la frase va interpretata semplicemente: «Lì il proprietario<br />

era un convento...». E per Romazzana, ad esempio, lo si è documentato<br />

chiaramente nel precedente capitolo.<br />

I mulini e le fornaci<br />

Sul territorio comunale appaiono censiti 6 mulini, evidentemente situati<br />

a Chiasso Maggiore: uno <strong>di</strong> Giacomo Natta condotto da Luigi<br />

Bernasconi, uno <strong>di</strong> Andrea da Bissone tenuto da Bartolomeo Prestini,<br />

uno <strong>di</strong> Francesco e fratelli Rezzonico fu Nicolò, con tre paia <strong>di</strong> mole e<br />

una pesta con torchio per l’olio (tutti da collocare probabilmente tra<br />

Ba<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Sotto e Ba<strong>di</strong>no <strong>di</strong> Sopra, ossia al Limone); uno <strong>di</strong> Alessandro<br />

Peracca <strong>di</strong> Valsolda affittato a Pietro Bernasconi da Romazzana, pure attrezzato<br />

con torchio per l’olio (da collocare probabilmente al Petola); uno

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