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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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ASPETTI DELLA VITA LOCALE IN ETÀ VISCONTEA E SFORZESCA 171<br />

- un appezzamento <strong>di</strong> campo e bosco in Fondo Campi Buschi;<br />

- un prato in Galandro;<br />

- la quarta parte <strong>di</strong> tre appezzamenti <strong>di</strong> bosco, uno in Busco de Ravoredo,<br />

uno in Fondo Valis de Vigniola e l’altro ad Campum de Paschulis;<br />

- un locale in cui si fa il fuoco dai massari per seccare le castagne, un<br />

altro in cui si fa cucina con davanti il portico, la parte <strong>di</strong> corte fino alla<br />

porta in mezzo. Questi stabili sono a destra entrando dalla porta mastra,<br />

dove c’era il pozzo che «ronavit», ossia è crollato; la cucina ha una<br />

cameretta sopra, con scala per andarci. Lì vicino ci sono altri due localini<br />

tra il pozzo e la corte. Ad est la canepa e altri locali <strong>di</strong> Donato, a sud la<br />

strada, a ovest la parte <strong>di</strong> Pietro, a nord quella <strong>di</strong> Giovanni, con il rientro<br />

per «rompistare», ossia battere il grano nella corte, spettante a Donato.<br />

Maddalena si impegna pure a non vendere nulla della sua parte, anzi<br />

accetta <strong>di</strong> lasciarla in locazione ai fratelli per nove anni, rinnovabili <strong>di</strong><br />

novennio in novennio, al prezzo <strong>di</strong> 1 soma (= 1 moggio) <strong>di</strong> frumento, 1<br />

<strong>di</strong> segale, 1 staio <strong>di</strong> fave intere, 1 staio <strong>di</strong> castagne peste, 2 staia <strong>di</strong> panico,<br />

1 staio <strong>di</strong> ceci ver<strong>di</strong>, 6 congi <strong>di</strong> vino da consegnarle nella sua casa<br />

in Como ai tempi debiti, pagando lei il dazio dell’imbottato.<br />

A <strong>Uggiate</strong> apre un’osteria<br />

Tra gli atti notarili ce n’è uno, che merita una citazione a parte. Lo<br />

sviluppo del contrabbando del grano verso il Mendrisiotto, dopo la<br />

caduta sotto la dominazione elvetica, creò senz’altro un certo movimento<br />

<strong>di</strong> gente in quel <strong>di</strong> <strong>Uggiate</strong>, che era un crocevia del losco traffico.<br />

Probabilmente per questa ragione nel 1532 tal Michele Clerici decise <strong>di</strong><br />

aprire un’osteria in paese, mettendosi in società con Franzino, Pietro<br />

Martire e altri del Ponte (proprietari, come si vedrà, anche del mulino <strong>di</strong><br />

Ba<strong>di</strong>no), che con un atto del 9 febbraio 104 si impegnarono a fornirgli<br />

arre<strong>di</strong> e suppellettili, e precisamente: 3 letti con 6 forniture, ossia corredo<br />

<strong>di</strong> lenzuola ecc., 13 vasi da vino delle tenuta <strong>di</strong> 100 congi (ossia brente),<br />

circa 50 congi <strong>di</strong> vino, 8 moggia <strong>di</strong> frumentata (metà segale e metà<br />

frumento), 2 moggia <strong>di</strong> miglio, stimati in società per 144 lire; inoltre 10<br />

coppette <strong>di</strong> peltro, 2 zuppiere, 3 tavoli, 25 cucchiai per 25 lire; 200 libbre<br />

<strong>di</strong>…(?), 2 tovaglie gran<strong>di</strong>, 2 piccole, 2 mantini lunghi, 12 piccoli, 6<br />

asciugamani grossi, 2 padelle <strong>di</strong> rame, 3 caldere gran<strong>di</strong>, 2 calderoli<br />

piccoli <strong>di</strong> rame, 2 bacili, 3 catene <strong>di</strong> ferro da fuoco. Il tutto, come

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