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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

In ogni caso il Rusconi era tenuto a concedere in soccida ai fratelli<br />

Camatta due paia <strong>di</strong> buoi da lavoro. Il fatto che già nel 1450 era stato<br />

stipulato tra i medesimi un contratto <strong>di</strong> soccida, 34 fa pensare che questa<br />

investitura fosse <strong>di</strong> rinnovo <strong>di</strong> una precedente scaduta.<br />

Si è così allungata la lista delle persone e dei toponimi, tra i quali<br />

alcuni sopravvivono; e si è visto un contratto <strong>di</strong> affitto piuttosto<br />

interessante sia per l’elencazione dei prodotti agricoli, sia per le clausole<br />

contrattuali: viene a galla un aspetto delle consuetu<strong>di</strong>ni della vita<br />

conta<strong>di</strong>na, alcune delle quali sono durate fino alla metà del secolo XX.<br />

Un atto <strong>di</strong> retroven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> beni da Albertino Mangiacavalli fu Giovanni,<br />

mercante <strong>di</strong> Como, ad Antonino Erba, fu ser Provino, pure mercante<br />

comasco, in data 18 gennaio 1469, elenca i beni posseduti dagli<br />

Erba in quel <strong>di</strong> <strong>Trevano</strong>. 35 Anche se può essere noioso soffermarsi sui<br />

particolari, questo atto è particolarmente interessante, perché nella sua<br />

meticolosità suggerisce una serie <strong>di</strong> notizie sulle coltivazioni, in<br />

particolare sugli alberi da frutta (che in questo caso si evidenziano in<br />

corsivo). Eccone la descrizione:<br />

- rustici su due piani, con stalla, aia, cascina, corte, orto con piante <strong>di</strong><br />

pomi, prugne, pere e salici, e un noce grande nei pressi della porta del<br />

se<strong>di</strong>me, confinante a est con la strada e in parte un prato del possessore,<br />

che gira anche a sud e a ovest; a nord la strada;<br />

- un appezzamento <strong>di</strong> prato con sopra un orto con <strong>di</strong>verse piante <strong>di</strong><br />

noci, <strong>di</strong> pomi, <strong>di</strong> ciliegie, <strong>di</strong> «galfioni», 36 <strong>di</strong> maroni e <strong>di</strong> salici ad Pratum<br />

de Galandrio, sotto il rustico, confinante ad est con la strada, a sud e ad<br />

ovest con gli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Mafiolo Albrici ed in parte già dei Rusca, ora <strong>di</strong><br />

Pietro de Dervio, a nord la strada e in parte il rustico e l’orto sopraddetti;<br />

- un appezzamento <strong>di</strong> terra a campo ed in parte boschiva, con una riva<br />

a prato, con piante <strong>di</strong> viti e noci novelle, con castagni e ciocchi («cum<br />

arboribus seu zuchis») e con otto piante <strong>di</strong> pobbie, situato ad Ranzorum,<br />

confinante ad est con Bernardo Ponga me<strong>di</strong>ante il riale, a sud e ad ovest<br />

già i Rusca, ora Pietro de Dervio, a nord la strada;<br />

- un appezzamento lavorativo, prativo, vignato, boschivo e selvato con<br />

piante <strong>di</strong> castagno e rovere, situato in Stavanelis, confinante ad est me<strong>di</strong>ante<br />

fossato con gli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Giovanni della Torre, a sud la strada ed in<br />

parte era <strong>di</strong> Giovanolo de <strong>Trevano</strong>, ora <strong>di</strong> Luigi Raimon<strong>di</strong>, a ovest Cristoforo<br />

de Matiis (Maggi) ed in parte il riale, a nord con Giovanni Mantica<br />

ed in parte Cristoforo de Matiis ed i della Torre me<strong>di</strong>ante il fossato;

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