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Volume 1 - Comune di Uggiate-Trevano

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174<br />

UGGIATE TREVANO UNA COMUNITÀ E LA SUA PIEVE<br />

in<strong>di</strong>vidua i mugnai non semplicemente come Rezzonico, bensì Della<br />

Torre <strong>di</strong> Rezzonico; cioè erano della famiglia nobile <strong>di</strong> origine feudale.<br />

Era un Della Torre <strong>di</strong> Rezzonico anche il mugnaio Bellotto, il cui vero<br />

nome era in verità Andreolo, fu Pietro. Di lui si sa che aveva sposato<br />

nell’autunno dell’anno 1460 Giovannina Giu<strong>di</strong>ci fu Giovanni, da Viggiù.<br />

Lo <strong>di</strong>ce l’atto <strong>di</strong> costituzione della dote, stilato presso la residenza <strong>di</strong><br />

Paolo de Carpo, podestà <strong>di</strong> Como, il 20 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> quell’anno. 109 L’atto<br />

si era dovuto fare con particolare procedura presso il podestà appunto,<br />

perché Giovannina veniva dalla giuris<strong>di</strong>zione del ducato <strong>di</strong> Milano,<br />

<strong>di</strong>versa rispetto alla giuris<strong>di</strong>zione del <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Como. Ella portava in<br />

dote 27 ducati d’oro e 4 sol<strong>di</strong>, cui Bellotto aggiungeva 13 ducati e mezzo<br />

e 2 sol<strong>di</strong>, per un capitale complessivo <strong>di</strong> 40 ducati e mezzo e 6 sol<strong>di</strong>,<br />

secondo l’uso <strong>di</strong> Como: due terzi conferiti dalla sposa, un terzo dal<br />

marito. Bellotto doveva essere già maturo d’età, senz’altro in seconde<br />

nozze, visto che un atto del 1 luglio 1467 110 riguarda la costituzione della<br />

dote <strong>di</strong> 420 lire a favore <strong>di</strong> Caterina de Gazino, fu Giorgio (<strong>di</strong> cui Bellotto<br />

è tutore), data in moglie a suo figlio Martinolo, evidentemente nato<br />

da un precedente matrimonio.<br />

Ma c’erano altri figli, precisamente Bernar<strong>di</strong>no, Pellegrina e Marta,<br />

che compaiono dopo la morte <strong>di</strong> Bellotto, che dovette avvenire<br />

nell’agosto del 1478. Lo si desume da un atto del 9 gennaio 1479, che<br />

presenta quattro periti (Giovanni de Lissonio da Nesso, cartaio; Giovanni<br />

Bianchi da Vallate abitante a Breggia, Giovanni da Germasino abitante a<br />

Caversaccio e Tognono Di Carlo da Lezzeno pure abitante a Breggia)<br />

incaricati dai figli ed ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Bellotto, che depositano davanti al<br />

luogotenente del podestà <strong>di</strong> Como la stima dei beni mobili ed immobili<br />

lasciati da Bellotto. La sua ere<strong>di</strong>tà ammontava ad un valore <strong>di</strong> 1.014<br />

fiorini, pari a circa 3.350 lire: una cifra assai riguardevole a quel tempo.<br />

A questi andavano aggiunti 22 fiorini <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>ti da un Giovanni detto<br />

Abayno per fitti arretrati. C’erano però anche dei debiti da saldare: 11 lire<br />

allo speziale Pietro Porta, 8 ducati d’oro a Romerio del Ponte, 66 lire agli<br />

ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> fra Gerolamo Natta, 3 ducati d’oro agli ere<strong>di</strong> <strong>di</strong> Giacomo da<br />

Malnate, 6 lire a Pier Donato <strong>di</strong> Bernasca e 311 lire e 16 sol<strong>di</strong> a mastro<br />

Guglielmo della Valsolda.<br />

A gestire l’ere<strong>di</strong>tà si trovavano i figli Martinolo e Bernar<strong>di</strong>no,<br />

ambedue mugnai come il defunto padre, e le sorelle Pellegrina e Marta.<br />

Sicché i figli <strong>di</strong> Bellotto Rezzonico <strong>di</strong> primo letto erano almeno questi

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