Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
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ultimo il registratore è stato collocato al <strong>di</strong> fuori del campo visivo dell'intervistato, cosicché l'effetto<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>storsione della sua presenza è andato via via scemando nel corso dell'intervista.<br />
L'atteggiamento che l'intervistatore mantiene mentre intervista è certamente un determinante molto<br />
importante. Il mio obiettivo, che spero <strong>di</strong> avere centrato in tutte le relazioni <strong>di</strong> intervista è stato<br />
quello <strong>di</strong> mettermi sullo stesso piano dell'intervistato <strong>di</strong>mostrando un atteggiamento che mi<br />
permettesse <strong>di</strong> essere percepito come “ (...) un ascoltatore non minaccioso, comprensivo ed<br />
empatico” 231 A questo fine ho cercato <strong>di</strong> evitare domande <strong>di</strong>rettive, rischio che si corre <strong>di</strong> sovente<br />
intervistando citta<strong>di</strong>ni migranti quando nella domanda si esemplifica troppo o si forniscono input<br />
troppo precisi. Inoltre nell'interazione con gli intervistati stranieri, pur dovendo fare i conti con tutte<br />
le <strong>di</strong>fficoltà derivanti dall'incomprensione linguistica, ho evitato per quanto possibile una sorta <strong>di</strong><br />
“maieutica interferente” nella quale fossi io ad indagare nelle loro storie cercando <strong>di</strong> estrarre quante<br />
più informazioni utili possibile. Ciò, specialmente quando si trattano temi delicati quali la salute<br />
personale, avrebbe avuto l'effetto <strong>di</strong> provocare solamente imbarazzo che a sua volta avrebbe dato<br />
luogo esclusivamente a risposte non puntuali. 232<br />
Di contro, la strategia adottata è stata quella della creazione <strong>di</strong> uno “spazio narrativo” che potesse<br />
essere riempito da entrambi gli attori coinvolti nell'intervista. E' all'interno <strong>di</strong> questo spazio<br />
narrativo che emerge l'azione della memoria come luogo dove i dati vengono elaborati attraverso<br />
una costruzione <strong>di</strong> senso. 233 In esso l'intervistato ci fornisce un racconto, filtrato dal tempo e dal<br />
linguaggio, intriso <strong>di</strong> soggettività e senso. Perché la soggettività e il senso che l'intervistato<br />
attribuisce al mondo sociale dove vive siano compresi appieno è necessario che l'intervista venga<br />
considerata come un momento <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. La presenza nello spazio narrativo<br />
dell'intervistatore deve essere accompagnata quin<strong>di</strong> da una minima dose <strong>di</strong> ignoranza, ovviamente<br />
non totale perché si corre il rischio <strong>di</strong> essere raggirati, che consenta un genuino “scendere sullo<br />
stesso piano” del nostro interlocutore. Nel mio caso questa dose <strong>di</strong> ignoranza è stata quasi<br />
inevitabile poiché oltre ad una conoscenza imprecisa della situazione economica e sociale dei paesi<br />
<strong>di</strong> provenienza dei migranti, ignoravo anche molti aspetti me<strong>di</strong>co- burocratici <strong>di</strong> cui il personale<br />
Sokos era a conoscenza e che dava per scontati. La relazione che si deve instaurare durante<br />
un'intervista deve basarsi sulla fiducia reciproca. In particolare è importante che chi è <strong>di</strong>sposto a<br />
raccontare la propria storia ritenga fidato il suo interlocutore, d'altra parte anche chi ascolta un<br />
racconto biografico non deve mantenere un atteggiamento poliziesco <strong>di</strong> verifica della verità su<br />
quanto riferitogli. Se è vero come afferma Portelli che “conquistarsi la fiducia dell'intervistato” è<br />
231 Schwartz h., Jacobs J., Sociologia qualitativa. Un metodo nella follia,<strong>Bologna</strong>, Il Mulino, 1987<br />
232 Goffman E., La vita quoti<strong>di</strong>ana come rappresentazione, <strong>Bologna</strong>, il Mulino, 1986<br />
233 Portelli A. Lezione tenuta al corso <strong>di</strong> storia orale “Le fonti orali. Meto<strong>di</strong>, tecniche, esperienze.” presso l'istituto<br />
storico Parri Emila Romagna e la scuola <strong>di</strong> musica popolare Ivan Illich. <strong>Bologna</strong> 19-05-2007<br />
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