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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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forme <strong>di</strong> neo-schiavizzazione. 96 Tra le tipologie <strong>di</strong> lavoro servile in<strong>di</strong>viduiamo: il lavoro servile<br />

<strong>di</strong>ssimulato nel quale rientra, in una percentuale <strong>di</strong>fficile da accertare, il lavoro <strong>di</strong> cura domestico 97 ;<br />

il lavoro servile <strong>di</strong>ffuso soprattutto nei settori dell'agricoltura e dell'e<strong>di</strong>lizia ma anche nelle pulizie,<br />

trasporti, facchinaggio; 98 il lavoro coatto e schiavistico in senso stretto che spesso coinvolge<br />

l'ambulantato e in misura molto maggiore tipi <strong>di</strong> lavoro deviante come la prostituzione.<br />

Esemplificazioni <strong>di</strong> tali con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sfruttamento si possono reperire nel Dossier curato da Me<strong>di</strong>ci<br />

senza Frontiere dal titolo Una stagione all'inferno: rapporto sulle con<strong>di</strong>zioni degli immigrati<br />

impiegati nell'agricoltura nel sud Italia. In esso si legge che il 48% dei lavoratori intervistati<br />

percepisce 25 euro in me<strong>di</strong>a per giornata <strong>di</strong> lavoro (8-10 ore <strong>di</strong> lavoro), lavorando magari solo per<br />

tre giorni alla settimana; inoltre sono obbligati a pagare al caporale il trasporto fino al luogo <strong>di</strong><br />

lavoro (in me<strong>di</strong>a 5 euro al giorno). Di conseguenza più della metà dei migranti non riesce ad inviare<br />

denaro al paese <strong>di</strong> origine e questo cancella la vulgata comune che vorrebbe gli immigrati inseriti<br />

nell'economia informale sempre e comunque percettori <strong>di</strong> un surplus <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to, trasformato in<br />

rimesse, dovuto ai “vantaggi” dell'elusione contributiva da parte del datore <strong>di</strong> lavoro.<br />

Oltre a ciò è bene precisare che i migranti sono spesso vittime <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> sfruttamento ad opera <strong>di</strong><br />

connazionali, ad esempio i caporali, e che a causa della precarietà economica subita essi sono spinti<br />

ad attuare un pendolarismo tra lavoro sottopagato, economia illegale e pratiche illegali.<br />

Le valutazioni appena fatte ci suggeriscono <strong>di</strong> considerare il trasferimento dei clandestini come un<br />

processo <strong>di</strong> circolazione della forza lavoro certamente marginale ma al tempo stesso caratteristico<br />

della globalizzazione. L'esistenza dei “nuovi coolies”, per <strong>di</strong>rla con Alessandro Dal Lago, è il frutto<br />

<strong>di</strong> politiche migratorie che producono manodopera composta da migranti “complementari e<br />

in<strong>di</strong>spensabili all'economia immateriale (...) essi sono necessari all'abbattimento dei costi<br />

nell'economia globalizzata”. 99 Questo meccanismo <strong>di</strong>venta potente ed efficace perché basato su<br />

<strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> fortificazione dei confini (ma non si tratta mai <strong>di</strong> una chiusura ermetica, piuttosto <strong>di</strong><br />

un sistema poroso <strong>di</strong> sbarramenti che permette un qualche passaggio), <strong>di</strong> detenzione ed espulsione<br />

che non hanno l'obiettivo <strong>di</strong> escludere i migranti, quanto piuttosto quello <strong>di</strong> “sfruttare gli elementi <strong>di</strong><br />

eccedenza (<strong>di</strong> autonomia) che caratterizzano i movimenti migratori” che comporta “un processo<br />

attivo <strong>di</strong> inclusione del lavoro migrante attraverso la sua clandestinizzazione”. 100<br />

96 Dal Lago A., Quadrelli E., La città e le ombre. Crimini, criminali, citta<strong>di</strong>ni, Milano, Feltrinelli, 2003, p. 174.<br />

97 Questa tipologia lavorativa, trattata nel paragrafo successivo, è stata oggetto <strong>di</strong> numerosi stu<strong>di</strong>. Sul lavoro <strong>di</strong> cura<br />

domestico delle donne migranti si vedano tra l'altro i contributi <strong>di</strong> Ehrenreich B., Hochshild A. R., Donne globali.<br />

Tate, colf e badanti, Milano, Feltrinelli, 2004.<br />

98 Per un puntuale approfon<strong>di</strong>mento sul lavoro nero dei migranti nel settore e<strong>di</strong>le nel contesto bolognese si veda la<br />

ricerca <strong>di</strong> Perrotta M., “Immigrati romeni tra lavoro regolare e irregolare. Ricerca etnografica in un cantiere e<strong>di</strong>le <strong>di</strong><br />

<strong>Bologna</strong>”, in Gambino F., Sacchetto D., Un arcipelago produttivo. Migranti e impren<strong>di</strong>tori tra Italia e Romania,<br />

Roma, Carocci, 2007, pp. 95-132.<br />

99 Dal Lago A., Quadrelli E., La città e le ombre. Crimini, criminali, citta<strong>di</strong>ni, cit., p. 204.<br />

100Mezzadra S., I confini della libertà. Per un'analisi politica delle migrazioni contemporanee, Roma, Derive Appro<strong>di</strong>,<br />

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