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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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essere più in grado <strong>di</strong> curare il malato, ma sostituisce la sua azione <strong>di</strong> cura con una forma <strong>di</strong><br />

me<strong>di</strong>azione in<strong>di</strong>rizzata unicamente ad inviare il paziente allo specialista me<strong>di</strong>co più appropriato<br />

alla risoluzione della sua malattia. La visione proposta dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Sokos è invece quella <strong>di</strong><br />

considerare il paziente nella sua globalità. In ciò essa si avvicina ad un'idea <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina affine a<br />

quella propria della me<strong>di</strong>cina olistica che identifica nell'equilibrio globale tra mente e corpo la<br />

soluzione ideale per raggiungere il benessere ,anche se se ne <strong>di</strong>stacca nettamente sotto il profilo<br />

delle cure proposte ai pazienti.<br />

Ma questo modello <strong>di</strong> ideale me<strong>di</strong>co non sembra essere proprio solamente <strong>di</strong> qualche me<strong>di</strong>co od<br />

operatore ma coincide pienamente con quello fatto proprio dall'organizzazione stessa. Ancora nelle<br />

parole dell'intervistata:<br />

“Cioè li puoi visitare nel modo giusto perché in teoria qui a Sokos dovresti dare un’assistenza me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong><br />

base e poi, se c’è bisogno, inviarli verso determinate cose più specialistiche.” [S2]<br />

Un altro giovane me<strong>di</strong>co sottolinea questo fortunato incontro tra il suo modo <strong>di</strong> “fare me<strong>di</strong>cina” e<br />

quello caratteristico do Sokos quando racconta il suo approccio con l'Associazione.<br />

“C'era il piacere <strong>di</strong> lavorare assieme con gli altri colleghi me<strong>di</strong>ci e poi, soprattutto era una me<strong>di</strong>cina<br />

<strong>di</strong>fferente basata sull'ascoltare le persone, sul vedere un po' le situazioni perché in effetti occuparsi <strong>di</strong><br />

immigrazione dal punto <strong>di</strong> vista della salute non può prescindere da altri aspetti che magari sono connessi<br />

a problemi <strong>di</strong> salute.” [S4]<br />

In queste ultime <strong>di</strong>chiarazioni si legge con chiarezza la comunanza <strong>di</strong> interpretazioni intorno al<br />

ruolo sociale del me<strong>di</strong>co, che deve porsi costantemente in ascolto del paziente e non avere nei suoi<br />

riguar<strong>di</strong> un atteggiamento esclusivamente prescrittivo. Altresì queste parole delineano una precisa<br />

idea <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina della migrazione. Essa prevede che la salute non debba essere considerata<br />

<strong>di</strong>sgiunta dal progetto migratorio intrapreso dall'in<strong>di</strong>viduo. Entrambi questi aspetti sono anzi<br />

profondamente correlati. Ne consegue che l'interpretazione della malattia del migrante deve tenere<br />

necessariamente conto dell'esperienza migratoria entro la quale è collocata.<br />

Tra i temi messi in risalto dagli operatori intervistati vi sono anche il rapporto che essi intrattengono<br />

con l'organizzazione nel suo complesso. Ciò si declina fondamentalmente nella maggiore o minore<br />

adesione da parte dei membri ai valori espliciti entro i quali si informano le azioni organizzative.<br />

“E’ chiaro che noi abbiamo uno statuto e dobbiamo rispettare quelle che sono le <strong>di</strong>rettive ideologiche del<br />

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