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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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4.3 Lo spazio fisico e il percorso del paziente.<br />

Dalla strada l'ingresso dell'ambulatorio si confonde tra quelli dei palazzi “storici” che compongono<br />

le vie del centro storico bolognese. L'unico elemento che segnala ai passanti l'ubicazione <strong>di</strong> Sokos è<br />

una targa posta <strong>di</strong> fianco al portone <strong>di</strong> legno scuro attraverso il quale si accede all'ambulatorio. Per<br />

entrare nei locali <strong>di</strong> Sokos è sufficiente suonare il campanello durante l'orario <strong>di</strong> apertura<br />

dell'ambulatorio; nel giro <strong>di</strong> qualche secondo la porta viene aperta. E' già questo un elemento che<br />

denota la <strong>di</strong>sponibilità dell'organizzazione ad accettare chiunque provenga dall'esterno senza porre<br />

filtri alla possibilità <strong>di</strong> accesso. Varcato il portone infatti l'accesso è imme<strong>di</strong>ato e definitivo e<br />

solamente dalla segreteria, punto da cui si ha una visuale sulla porta <strong>di</strong> entrata, il personale controlla<br />

qualche volta chi è entrato. Saliti i gra<strong>di</strong>ni si raggiunge un piccolo atrio, comune a tutto il palazzo,<br />

sul quale si affaccia una stanza che funge da piccola biblioteca e, quando il numero dei pazienti è<br />

molto grande e vi sono più me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>sponibili, anche da ambulatorio. E' la stanza all'interno della<br />

quale chi scrive ha effettuato tutte le interviste e che è è servita da “base” della ricerca durante il<br />

periodo <strong>di</strong> osservazione partecipante. 253 L'atrio è <strong>di</strong>viso dal corridoio, che conduce alla segreteria e<br />

agli ambulatori, da una porta <strong>di</strong> vetro e sbarre verticali metalliche, sopra la quale campeggia la<br />

scritta Sokos ambulatorio me<strong>di</strong>co. Inoltre, appesi sulla porta a sulle pareti del corridoio vi sono dei<br />

cartelli tradotti in <strong>di</strong>verse lingue che sottolineano chiaramente alcuni concetti <strong>di</strong> base che<br />

nell'intento dell'organizzazione dovrebbero essere fatti propri dai pazienti. Essi <strong>di</strong>cono<br />

sostanzialmente che: i volontari <strong>di</strong> Sokos lavorano gratuitamente e mettono a <strong>di</strong>sposizione il loro<br />

tempo per chi utilizza il servizio e che occorre avere pazienza ed attendere il proprio turno in sala <strong>di</strong><br />

aspetto.<br />

L'atrio è un luogo <strong>di</strong> passaggio non solo per i migranti ma anche per gli abitanti del palazzo che<br />

ospita gli ambulatori. Questo luogo è stato oggetto <strong>di</strong> numerose controversie tra alcuni degli abitanti<br />

del palazzo e Sokos in quanto i primi mal tollerano il via vai <strong>di</strong> “extracomunitari” e non mancano <strong>di</strong><br />

redarguire il personale dell'Associazione quando notano che i migranti stazionano nell'atrio,<br />

minacciando ad<strong>di</strong>rittura l'intervento della polizia. I volontari <strong>di</strong> Sokos <strong>di</strong> conseguenza prestano<br />

molta attenzione affinché chi aspetta il proprio turno <strong>di</strong> visita non sosti nell'atrio. Si è osservato in<br />

qualche occasione, specialmente nei casi <strong>di</strong> sovraffollamento, come il personale della segreteria<br />

inviti i pazienti a stare all'interno degli spazi dell'Associazione, sottolineando che in essi i pazienti<br />

sono “al sicuro” e possono stare tranquilli perché la polizia lì non può entrare, mentre ha la<br />

253 Nei progetti dell'associazione, questa stanza dovrebbe <strong>di</strong>ventare una sorta <strong>di</strong> archivio <strong>di</strong> documentazione sulle<br />

<strong>di</strong>namiche migratorie e ospitare un punto <strong>di</strong> ascolto che un gruppo <strong>di</strong> giovani psicologi sta tentando <strong>di</strong> costituire<br />

sotto la supervisione dello psicologo <strong>di</strong> Sokos dott. Rabih Chattat.<br />

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