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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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Per prima cosa iniziamo con il dare conto delle principali modalità attraverso le quali i migranti<br />

accedono al servizio. Il primo canale che facilita il contatto con questa struttura sanitaria è<br />

rappresentato dalle informazioni ottenute da altri migranti, più spesso connazionali.<br />

“Ho saputo <strong>di</strong> Sokos da una ragazza brasiliana. Anche lei sta lavorando con una vecchietta vicino a dove<br />

sto io, mi ha spiegato dove erano i Sokos e cosa facevano.” [M15]<br />

“(...) c’era una mia amica dall’Etiopia che era rimasta incinta e anche lei aveva bisogno <strong>di</strong> qualcuno<br />

perché anche lei non conosceva tanto il sistema sanitario qua… e io le ho consigliato <strong>di</strong> venire qua perché<br />

so che per le donne incinta ci sono i me<strong>di</strong>ci speciali e le ho consigliato <strong>di</strong> venire.” [M8]<br />

Sono le reti <strong>di</strong> migranti, non necessariamente su base nazionale, ad essere il veicolo <strong>di</strong><br />

informazione che consente <strong>di</strong> venire a conoscenza dell'esistenza <strong>di</strong> Sokos e della sua attività. Dalle<br />

interviste si evince anche il carattere circolare della pratica della <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> informazioni, poiché<br />

i migranti una volta saputo dell'esistenza del servizio trasmettono questa loro conoscenza ad altri. Il<br />

risultato <strong>di</strong> questo meccanismo è che gli stranieri che per la prima volta si rivolgono a Sokos, lo<br />

fanno con più consapevolezza poiché hanno le idee chiare sulla natura <strong>di</strong> questo servizio sanitario e<br />

sul suo modo <strong>di</strong> lavorare. 296 Di frequente poi l'azione <strong>di</strong> informare non rimane isolata ma si<br />

completa con l'accompagnamento presso la struttura me<strong>di</strong>ca, soprattutto se il migrante si avvicina<br />

per la prima volta al servizio o comunque non ha una buona conoscenza della lingua italiana. Nel<br />

corso della presenza in ambulatorio ho osservato in <strong>di</strong>verse occasioni questa pratica <strong>di</strong><br />

accompagnamento e in un paio <strong>di</strong> occasioni si è constatato come esso fosse gestito dalla stessa<br />

persona che faceva da guida in occasioni <strong>di</strong>verse ad alcuni suoi connazionali.<br />

La seconda modalità <strong>di</strong> contatto con Sokos è stata in<strong>di</strong>viduata nell'azione degli altri servizi sanitari<br />

citta<strong>di</strong>ni, specie dei presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> pronto soccorso, che come abbiamo anticipato <strong>di</strong>rottano i propri<br />

pazienti stranieri su Sokos per il rilascio della tessera STP.<br />

“Ho saputo <strong>di</strong> questo posto da degli amici, è sempre così, amici moldavi che erano già venuti qua. Perché<br />

io avevo un amica che era stata male, è andata al pronto soccorso. Da lì l’hanno mandata qui… “c’è un<br />

posto per gli stranieri dove si può fare la tesserina”, così lei è venuta e ha fatto e poi mi ha detto “Vai se<br />

hai bisogno, lì ci sono dei me<strong>di</strong>ci bravi.” Mi ha spiegato come funzionano le cose qui, mi ha spiegato<br />

tutto.” [M10]<br />

296 Si crea così una sorta <strong>di</strong> “catena <strong>di</strong> utenza” generata in parte dalle informazioni trasmesse <strong>di</strong>rettamente tra i<br />

migranti.<br />

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