Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
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<strong>di</strong>mensione della malattia e <strong>di</strong> evidenziarne in maniera più chiara la <strong>di</strong>versa varietà dei piani <strong>di</strong><br />
significato e <strong>di</strong> azione sociale a cui rimanda il concetto <strong>di</strong> malattia. Nel nostro caso è evidente come<br />
l'esperienza soggettiva del malessere, il vissuto del <strong>di</strong>sagio così come è percepito dal soggetto<br />
sofferente, che si esprime con la definizione “Ho male al cuore”, sia talmente interiorizzato e<br />
riempito <strong>di</strong> senso che i pazienti lo considerano sostanzialmente vero e agiscono <strong>di</strong> conseguenza<br />
richiedendo esami o cure specifiche per risolverlo. Il me<strong>di</strong>co che conosce la malattia secondo la<br />
definizione biome<strong>di</strong>ca , la in<strong>di</strong>vidua e la classifica come un'alterazione dell'organismo<br />
etichettandola, secondo la conoscenza stabilita dal sapere me<strong>di</strong>co occidentale, in base ai segni e<br />
sintomi interpretati da un punto <strong>di</strong> vista esterno a quello del sofferente. E' evidente che stante il<br />
carattere <strong>di</strong>stinto <strong>di</strong> illness e <strong>di</strong>sease, esse possono darsi in<strong>di</strong>pendentemente l'una dall'altra (ci si può<br />
sentire benissimo nonostante la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> una malattia, oppure ci si può sentire male in assenza <strong>di</strong><br />
malattia). Per questo motivo la definizione <strong>di</strong> malattia del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong>verge nel nostro caso da quella<br />
del malato. Tuttavia, tale <strong>di</strong>vergenza <strong>di</strong> definizione non si costruisce sull'assenza o sulla presenza <strong>di</strong><br />
fatto della patologia quanto su una profonda <strong>di</strong>fferenza nella definizione dei sintomi e nelle<br />
spiegazioni del loro significato. Il paziente straniero percepisce un dolore al petto e lo definisce<br />
genericamente come un dolore al cuore poiché è incapace, secondo il punto <strong>di</strong> vista del me<strong>di</strong>co, <strong>di</strong><br />
dargli una giusta collocazione in base ai criteri stabiliti dal sapere biome<strong>di</strong>co.<br />
La seconda intervista ci parla invece della richiesta <strong>di</strong> cure da parte dei migranti che i me<strong>di</strong>ci<br />
considerano eccessiva. Il personale me<strong>di</strong>co sottolinea infatti che la corrispondenza tra un sintomo<br />
come un mal <strong>di</strong> testa e la richiesta <strong>di</strong> una tac al cervello sia, dal suo punto <strong>di</strong> vista, priva <strong>di</strong> logica e<br />
irrazionale. I me<strong>di</strong>ci motivano le loro ragioni <strong>di</strong>mostrando come i sintomi descritti dai pazienti<br />
nascondano in realtà tutt'altre problematiche. Le motivazioni che, stando al parere dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong><br />
Sokos, stanno alla base del fenomeno della richiesta eccessiva <strong>di</strong> cure e <strong>di</strong> “esagerazione” dei<br />
sintomi si possono rintracciare in tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> motivi tra loro strettamente intrecciati. 321 Il primo<br />
motivo viene in<strong>di</strong>viduato nell'apertura in Italia <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong> cura che i migranti si vedono negati<br />
nel proprio paese. Ciò li spinge ad avere nei confronti della me<strong>di</strong>cina praticata nel paese <strong>di</strong><br />
immigrazione, un atteggiamento positivo <strong>di</strong> adesione così intenso che tende a volte a caricarla<br />
ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong> aspettative salvifiche. La seconda motivazione giu<strong>di</strong>ca l'amplificazione dei propri<br />
sintomi o la richiesta <strong>di</strong> esami come un modo per frenare la paura, denunciata sovente dai<br />
migranti, <strong>di</strong> ammalarsi o <strong>di</strong> morire in un paese straniero e soprattutto in una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
invisibilità dovuta alla propria posizione <strong>di</strong> irregolarità amministrativa. Infine la richiesta <strong>di</strong> cure<br />
eccessive è letta dai me<strong>di</strong>ci anche in relazione ai contatti che i migranti intrattengono con il paese <strong>di</strong><br />
321 Queste motivazioni mi sono state riferite più volte nel corso <strong>di</strong> conversazioni informali con i me<strong>di</strong>ci e anche nelle<br />
interviste che gli stessi me<strong>di</strong>ci mi hanno rilasciato. Ho ritenuto opportuno, per motivi <strong>di</strong> spazio, evitare <strong>di</strong> riportare i<br />
brani delle interviste spiegandone esclusivamente il contenuto.<br />
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