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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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iposte speranze, fiducia e denaro che producono forti aspettative che vanno dall'aumento delle<br />

possibilità <strong>di</strong> sopravvivenza del nucleo familiare, al miglioramento del suo status socio-economico,<br />

alla migrazione degli altri componenti della famiglia. Questo effetto <strong>di</strong> auto selezione si assottiglia<br />

per una serie <strong>di</strong> motivi: 1) Un processo <strong>di</strong> selezione meno severo perché legato anche a decisioni<br />

in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong>vergenti in tutto o in parte da strategie familiari. Infatti aumenta il numero <strong>di</strong> chi migra<br />

per scelta in<strong>di</strong>viduale, anche per provare l'esperienza migratoria, e magari non si trova in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> salute ottimali, oppure le perde a causa del viaggio verso il paese <strong>di</strong> destinazione. 2) Aumenta il<br />

numero <strong>di</strong> coloro i quali, costretti da contesti <strong>di</strong> guerra, carestia, fame, si ritrovano ad avere una<br />

salute fisica e/o psicologica già compromessa; sono in questa situazione molti dei richiedenti asilo.<br />

3) Aumenta tutta una serie <strong>di</strong> fattori <strong>di</strong> rischio, gran parte dei quali è <strong>di</strong> tipo sociale più che<br />

sanitario, che come elenca A. Morrone sono principalmente: “il malessere psicologico legato alla<br />

con<strong>di</strong>zione d'immigrato, la mancanza <strong>di</strong> lavoro e red<strong>di</strong>to, la sottoccupazione in lavori rischiosi e<br />

non tutelati, il degrado abitativo in un contesto <strong>di</strong>verso dal paese d'origine, l’assenza del supporto<br />

familiare, il clima e le abitu<strong>di</strong>ni alimentari <strong>di</strong>verse, che spesso si aggiungono a una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

status nutrizionale compromesso, la <strong>di</strong>scriminazione nell'accesso ai servizi sanitari.” 167<br />

Un punto <strong>di</strong> osservazione privilegiato sulle patologie dei migranti è l'ospedale San Gallicano <strong>di</strong><br />

Roma il quale ha maturato un'esperienza pluriennale nel campo della me<strong>di</strong>cina delle migrazioni. 168<br />

In questa struttura tra il 1985 e il 1998 sono stati sottoposti a prima visita me<strong>di</strong>ca 28.770 pazienti<br />

immigrati irregolari, 11.012 donne e 17.758 uomini. I bambini costituiscono il 10%: percentuali in<br />

cresciuta poi negli anni successivi. Tra i migranti visitati il 36% proviene dall’Africa, il 18%<br />

dall’America Centro-meri<strong>di</strong>onale, il 22% dall’Asia, il 24% giunge dall’Europa dell’est. Per quanto<br />

concerne l'età dei pazienti visitati, i dati mostrano che il 79% presenta meno <strong>di</strong> 40 anni ( il 10,0 %<br />

appartiene alla fascia d’età 0-12 anni, mentre il 69,0% rientra nella fascia d’età 13-40 anni).<br />

Le patologie riscontrate nei migranti visitati negli ambulatori della struttura me<strong>di</strong>ca romana non<br />

<strong>di</strong>fferiscono significativamente da quelle che colpiscono la popolazione italiana: malattie<br />

dermatologiche 52%, malattie respiratorie 10.7%, malattie dell’apparato <strong>di</strong>gerente 9.2%, malattie<br />

ortope<strong>di</strong>che e traumatologiche 8.6%, malattie infettive 11% (in aumento <strong>di</strong> 4 punti percentuali<br />

rispetto a due anni prima), <strong>di</strong>sturbi neuro psichiatrici 5%. Riguardo alla patologia infettiva, è stato<br />

osservato un aumento dell’epatite virale A, B, C, prima piuttosto rare. Sostanzialmente l’immigrato<br />

non presenta patologie particolarmente gravi, <strong>di</strong> natura tropicale o molto <strong>di</strong>verse rispetto alla<br />

popolazione residente. Ciò che contribuisce all'insorgere <strong>di</strong> patologie nel migrante è “la frequente<br />

167Morrone A., “Problematiche sanitarie in una società multiculturale”, in De Micco V. (a cura <strong>di</strong>), Le Culture della<br />

Salute, Liguori E<strong>di</strong>tore, Napoli, 2002<br />

168Anche se i dati in nostro possesso non sono tra i più recenti, riteniamo utile esporli poiché, oltre a comprendere un<br />

arco temporale molto esteso, riguardano la popolazione immigrata irregolare la quale rappresenta la tipologia <strong>di</strong><br />

l'utenza stu<strong>di</strong>ata anche nella nostra ricerca.<br />

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