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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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dell’organizzazione , una donna che lavora con gli aspetti amministrativi con mansioni <strong>di</strong> tesoreira,<br />

è stata la mia referente per quanto riguarda la raccolta dei dati quantitativi, prestandosi peraltro a ciò<br />

con grande <strong>di</strong>sponibilità e gentilezza. E a lei che mi dovevo rivolgere per avere i dati<br />

socioanagrafici degli utenti e altro materiale informativo sull’associazione, statuto, report sulle<br />

attività svolte ecc. Essa ha interpretato quin<strong>di</strong> quello che in ambito organizzativo viene definito<br />

come la figura del gatekeeper ossia il membro del gruppo o dell’organizzazione che non solo ha il<br />

compito <strong>di</strong> “controllare l’accesso” degli estranei, ma anche per così <strong>di</strong>re <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere<br />

l'organizzazione fornendone la rappresentazione ufficiale, ossia la “teoria <strong>di</strong>chiarata”. 214 Nel corso<br />

<strong>di</strong> questo primo colloquio ho definito anche la mia collocazione fisica all'interno degli spazi dove<br />

opera Sokos. Mi sarebbe stata concessa per tutta la durata della mia permanenza sul campo una<br />

stanzina che nei progetti dell'associazione sarebbe dovuta <strong>di</strong>ventare una piccola biblioteca (per<br />

questo già arredata con un tavolo, scaffali e qualche pubblicazione) nella quale avrei potuto<br />

stabilirmi e lavorare in tranquillità e solitu<strong>di</strong>ne, a <strong>di</strong>stanza da segreteria e ambulatori. Ultimo<br />

elemento che si è rivelato importante nella negoziazione del mio accesso al campo è stata la mia<br />

promessa non solo <strong>di</strong> lasciare una copia della mia ricerca ma anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>scuterne i contenuti con i<br />

soci Sokos in occasione <strong>di</strong> un incontro collettivo.<br />

La mia presenza sul campo è durata all'incirca due mesi (da metà ottobre a metà <strong>di</strong>cembre 2007),<br />

seguita da un periodo <strong>di</strong> due settimane <strong>di</strong> presenza spora<strong>di</strong>ca, nei quali ho frequentato l'ambulatorio<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> base durante i suoi orari <strong>di</strong> apertura in 3 giorni alla settimana: il lunedì dalle 17 alle<br />

19.30, il mercoledì dalle 16 alle 19.30 e il sabato dalle 9 alle 11.30. Tuttavia la mia presenza in<br />

ambulatorio è andata al <strong>di</strong> là degli orari <strong>di</strong> apertura al pubblico dato che in <strong>di</strong>verse occasioni è<br />

cominciata più <strong>di</strong> un'ora prima dell'inizio delle visite e qualche volta si è conclusa quando anche<br />

l'ultimo paziente era stato visitato, ben oltre l'orario <strong>di</strong> chiusura. Ciò mi ha dato la possibilità <strong>di</strong><br />

osservare due momenti <strong>di</strong> particolare importanza nella strutturazione del lavoro a livello<br />

organizzativo e nel rapporto con gli utenti. La fase <strong>di</strong> pre ambulatorio è quella dove si delinea forse<br />

con più chiarezza la <strong>di</strong>visione tra “ribalta e retroscena” 215 che coinvolge sia il personale Sokos ma<br />

anche i migranti in attesa dei essere visitati. Durante il momento post ambulatorio ho potuto<br />

ascoltare una sorta <strong>di</strong> bilancio della giornata nei <strong>di</strong>scorsi informali tra i membri dell'organizzazione,<br />

<strong>di</strong>scorsi ricchi <strong>di</strong> aneddoti, valutazioni e giu<strong>di</strong>zi su quanto avvenuto nelle ore <strong>di</strong> ambulatorio.<br />

Insomma ho colto la costruzione <strong>di</strong> una narrazione informale, “ripulita” dai ruoli organizzativi e dal<br />

rigido controllo della deontologia me<strong>di</strong>ca. Nel corso del mio primo incontro ho negoziato inoltre la<br />

mia posizione <strong>di</strong> osservatore che sarebbe stata scoperta per il personale <strong>di</strong> Sokos e coperta per i<br />

214Weik K., Senso e significato nell’organizzazione, Milano, Raffaello Cortina, 1997<br />

215Di questi come <strong>di</strong> altri importanti concetti questo lavoro è debitore alla sociologia goffmaniana<br />

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