Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
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senza incertezza alla sua richiesta, segno evidente <strong>di</strong> una buona dose <strong>di</strong> fiducia riposta nella sua<br />
persona.<br />
Nell’iniziare la visita la prima azione che il me<strong>di</strong>co compie avviene paradossalmente senza la<br />
presenza del paziente. Il me<strong>di</strong>co infatti esamina attentamente la cartella clinica del paziente che sta<br />
per essere chiamato in ambulatorio, ne acquisisce la storia clinica se egli è già stato in cura da<br />
Sokos, o verifica i dati anagrafici quando si tratta <strong>di</strong> un nuovo paziente. L’azione <strong>di</strong> esaminare la<br />
cartella clinica riveste un’evidente importanza nella strutturazione della successiva interazione tra<br />
me<strong>di</strong>co e paziente. Il primo infatti ha modo <strong>di</strong> sapere parte della storia, clinica e non, del secondo<br />
prima che questi gliene <strong>di</strong>a conto. Il me<strong>di</strong>co gioca quin<strong>di</strong> d’anticipo, <strong>di</strong>segna già un profilo sanitario<br />
dell’utente che poi sarà integrato attraverso lo scambio verbale e visivo. Ciò permette al me<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />
poter controllare la rappresentazione che il migrante fornisce della sua malattia, <strong>di</strong> verificare la<br />
veri<strong>di</strong>cità della versione che gli viene fornita, la conoscenza e la consapevolezza che il migrante<br />
possiede riguardo al suo stato <strong>di</strong> salute. Anche questa operazione richiede del tempo al me<strong>di</strong>co e<br />
<strong>di</strong>lata non <strong>di</strong> poco i tempi <strong>di</strong> attesa complessivi<br />
Ciò che mi ha colpito è stato prima <strong>di</strong> tutto la grande quantità <strong>di</strong> tempo che Marco de<strong>di</strong>ca a ciascun<br />
paziente, soprattutto per quelli che sono alla loro prima visita. In questo caso il me<strong>di</strong>co che, vestito<br />
con il camice bianco a conferma delle aspettative, siede <strong>di</strong>etro una scrivania, compila una scheda<br />
contenente una serie <strong>di</strong> informazioni me<strong>di</strong>che con l’intento <strong>di</strong> tracciare la storia clinica del paziente.<br />
Si informa sostanzialmente sullo stato <strong>di</strong> salute del migrante precedente all’esperienza migratoria e<br />
su quello più recente. Ma le domande che pone Marco e il tempo che egli de<strong>di</strong>ca a questa parte della<br />
visita supera <strong>di</strong> gran lunga quello previsto dal questionario. Il me<strong>di</strong>co infatti si informa sulla vita<br />
che i migranti conducevano nel paese <strong>di</strong> origine; chiede <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> famiglia e <strong>di</strong> figli e tenta <strong>di</strong><br />
stabilire connessioni con l’esistenza che invece conducono qui, vuole vedere se emergono<br />
problematiche quoti<strong>di</strong>ane e se eventualmente esse sono da ricollegarsi al loro stato <strong>di</strong> salute. I<br />
pazienti sembrano rispondere volentieri alle domande e d’altra parte non vengono forzati a dare<br />
risposte se non lo ritengono necessario. Grazie a questo momento la tensione vissuta dai migranti<br />
scema via via , specie per quelli che per la prima volta vedono un me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Sokos. Marco scherza e<br />
fa battute <strong>di</strong>vertenti, stempera gli imbarazzi reciproci – d’altra parte anche il me<strong>di</strong>co ha bisogno <strong>di</strong><br />
sentirsi a suo agio per poi trasmettere a sua volta questo stato d’animo al paziente che gli sta <strong>di</strong><br />
fronte- e punta a creare un clima empatico. Tutte questa serie <strong>di</strong> azioni, unita ad un registro<br />
linguistico colloquiale e poco formale possiamo interpretarli come una presa <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dal ruolo<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>co la quale dà anche ai migranti la possibilità <strong>di</strong> non assumere interamente e fin da subito il<br />
ruolo <strong>di</strong> paziente. Marco nella fase preliminare del colloquio pre<strong>di</strong>spone una sorta <strong>di</strong> anticamera<br />
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