Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
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tra gli europei. In uno stu<strong>di</strong>o italiano si è evidenziato come gran parte dei soggetti siano giovani<br />
maschi (71%) provenienti dall'Africa (52%) e dall'Europa dell'Est (26%); 175 questo stu<strong>di</strong>o ci <strong>di</strong>ce<br />
anche che l'80% dei malati ha acquisito l'infezione in Italia a conferma <strong>di</strong> quanto più volte sostenuto<br />
nel corso <strong>di</strong> questo capitolo, cioè che gli immigrati si ammalano nel paese <strong>di</strong> emigrazione. Attorno<br />
al tema del contagio, stu<strong>di</strong> sulle modalità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione delle MST tra i migranti sembrano aver<br />
confermato l'importanza svolta delle culture <strong>di</strong> origine nel determinare i comportamenti a rischio, in<br />
particolare modo quelli sessuali e i con<strong>di</strong>zionamenti dettati in questo ambito dall'appartenenza<br />
religiosa. Ad esempio la mancanza <strong>di</strong> riscontro <strong>di</strong> MST tra i migranti provenienti dal Pakistan è<br />
stata interpretata come effetto <strong>di</strong> una scrupolosa osservazione dei precetti religiosi che<br />
risulterebbero perciò avere una “funzione protettiva”. Nei migranti nordafricani invece, oltre ad<br />
esserci una maggiore frequenza <strong>di</strong> comportamenti trasgressivi, questi sono vissuti con un forte<br />
senso <strong>di</strong> colpa attestando in questo caso la non protezione del fattore religioso. 176 Ad avviso <strong>di</strong> chi<br />
scrive tuttavia, la conformità o meno alle norme <strong>di</strong> comportamento religiose in ambito sessuale<br />
rappresenta certamente un elemento che influenza la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> MST, ma non il principale<br />
determinante. Altri elementi che incidono sui comportamenti a rischio sono le modalità e le<br />
circostanze <strong>di</strong> socializzazione dei migranti tra loro e con la popolazione residente all'interno <strong>di</strong> un<br />
contesto <strong>di</strong> rielaborazione della propria appartenenza culturale. In particolare più che l'osservanza in<br />
sé dei precetti religiosi, ci sembra avere un peso determinante la capacità <strong>di</strong> controllo esercitata<br />
dalle comunità <strong>di</strong> migranti che si costituiscono nel paese <strong>di</strong> emigrazione. Ipotizziamo che laddove le<br />
maglie del controllo comunitario siano più strette, come nel caso delle comunità pakistane, si<br />
instauri tra i membri della comunità una forma <strong>di</strong> adesione più rigorosa alle <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong><br />
comportamento tra<strong>di</strong>zionali, religiose o meno.<br />
L'altra area critica per la salute dei migranti è quella della maternità e del parto. Le ricerche<br />
effettuate in questo campo denotano chiaramente una <strong>di</strong>versa modalità <strong>di</strong> vivere la maternità e il<br />
parto da parte delle donne migranti in Italia rispetto a quanto avviene nel paese d'origine.<br />
Soprattutto per le donne africane infatti, la maternità e il parto coinvolgono tutta la famiglia<br />
allargata e le donne della comunità. Nel paese <strong>di</strong> emigrazione questi eventi , invece, vengono vissuti<br />
in solitu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong>ventando una malattia. 177 Il “vissuto malato” della maternità e del parto<br />
ospedalizzato incidono sulla salute della donna e del bambino; ne sono in<strong>di</strong>ce le nascite pretermine<br />
con bambini <strong>di</strong> basso peso (i nati prematuri nelle donne immigrate sono il doppio, circa il<br />
10,76% contro il 4,63% delle italiane) e l'alto numero <strong>di</strong> parti cesarei. Le migranti vivono durante la<br />
175Ibidem p. 152<br />
176Geraci S., Marceca M., Mazzetti M., “Migrazioni e salute in Italia” in Agenzia Romana per la preparazione del<br />
Giubileo, Dossier <strong>di</strong> ricerca in Migrazioni. Scenari per il XXI secolo,Roma, luglio 2000 p. 20<br />
177Ibidem p. 24-25<br />
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