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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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A questo proposito non è raro che i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Sokos si lamentino non solo <strong>di</strong> non conoscere la<br />

storia clinica dei loro pazienti, ma anche che nei loro racconti non emergano episo<strong>di</strong> significativi <strong>di</strong><br />

malattia: pare che nel periodo precedente alle migrazione non siano mai esistiti eventi patologici<br />

rilevanti, fatto che i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Sokos reputano impossibile. Leggiamo qui <strong>di</strong> seguito due <strong>di</strong>verse<br />

rappresentazioni dell'esperienza della malattia, fornite rispettivamente ad un me<strong>di</strong>co e da due<br />

pazienti <strong>di</strong> Sokos<br />

“Come paziente si può <strong>di</strong>re che non ho avuto esperienze perché alla mia età, ho 27 anni, io non è che sono<br />

mai stato in ospedale. Ho più esperienze <strong>di</strong> ospedale in Italia che nel mio paese.” [M13]<br />

“Io sono una persona che non si è mai ammalata spesso. In Togo ho fatto una scuola militare per sette<br />

anni e ci facevano fare sport sempre, tutti i giorni. Questo mi ha aiutato ad essere sempre in buona<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> salute. Non ho esperienze <strong>di</strong> malattia, solo qualche mal <strong>di</strong> testa..” [M2]<br />

“E poi <strong>di</strong> tutto quello che hanno fatto, non hanno mai una documentazione, non recuperi mai sul dato... io<br />

non so perché. Loro non sanno mai niente, non ti <strong>di</strong>cono, non lo sanno. E' tanto <strong>di</strong>fficile capire che cosa<br />

c’è <strong>di</strong> vero o no (...). Poi sul racconto della malattia nel paese <strong>di</strong> origine non te la raccontano la storia. O<br />

perché non te la sanno raccontare o perché non hanno voglia <strong>di</strong> raccontarla. Io non ho mai sentito<br />

qualcuno che ti racconta che cosa gli è successo nel passato. Tutti noi abbiamo avuto una malattia da<br />

giovani... ti rispondono subito “Bene, bene, bene,bene”. Quando uno risponde subito vuol <strong>di</strong>re che non ha<br />

capito o che non vuole rispondere.” [S2]<br />

Per spiegare questo effettivo <strong>di</strong>stacco tra le considerazioni <strong>di</strong> pazienti stranieri e me<strong>di</strong>ci circa i<br />

vissuti <strong>di</strong> malattia nei paesi <strong>di</strong> origine, avanziamo tre ipotesi interpretative tra loro complementari.<br />

La prima ipotesi reputa vera l'assenza dalla malattia dai racconti dei migranti poiché effettivamente<br />

essi hanno goduto <strong>di</strong> buona salute a fronte della loro giovane età, il che in effetti rende meno<br />

probabile l'insorgenza <strong>di</strong> patologie rilevanti.<br />

La seconda ipotesi rintraccia l'assenza <strong>di</strong> malattia nel rapporto dei migranti con i sistemi sanitari del<br />

loro paese <strong>di</strong> origine. I migranti ci hanno spesso parlato <strong>di</strong> un loro scarso utilizzo dei servizi sanitari<br />

dovuto fondamentalmente ai costi economici che tale utilizzo implica. L'esperienza della malattia<br />

viene quin<strong>di</strong> poco me<strong>di</strong>calizzata, per lo meno da un punto <strong>di</strong> vista istituzionale-sanitario, poiché<br />

sovente l'evento patologico viene risolto autonomamente nell'ambito domestico. Di conseguenza gli<br />

episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> malattia non emergono nei racconti poiché la malattia, pur essendo realmente esistita, non<br />

viene considerata come tale in assenza <strong>di</strong> un intervento me<strong>di</strong>co importante.<br />

La terza ipotesi, infine, chiama in causa le rappresentazioni <strong>di</strong> sé che il migrante vuole fornire sia a<br />

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