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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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migranti che usufruivano delle prestazioni me<strong>di</strong>che. In questo caso mi sono in parte <strong>di</strong>scostato dalla<br />

classificazione per la quale “(…)l’osservatore partecipante prende parte regolarmente alle attività<br />

che osserva e il suo duplice ruolo <strong>di</strong> solito non è noto agli altri partecipanti” 216 Impostare<br />

l'osservazione in tal modo, coperta per una parte e scoperta per un'altra ha avuto, come è naturale,<br />

vantaggi e svantaggi che ho soppesato attentamente e che mi hanno condotto alla scelta sopra<br />

descritta. Avrei certamente potuto condurre un'osservazione coperta anche nei riguar<strong>di</strong><br />

dell'organizzazione, tuttavia ragioni etiche e <strong>di</strong> efficacia dell’osservazione hanno prevalso nella<br />

definizione del mio ruolo <strong>di</strong> osservatore. Prima <strong>di</strong> tutto l'oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della mia ricerca non si<br />

sovrapponeva esattamente con lo stu<strong>di</strong>o unico e definito dell'organizzazione Sokos. In tal caso<br />

l'osservazione coperta sarebbe stata forse la scelta migliore poiché mi avrebbe permesso <strong>di</strong> essere<br />

trattato in toto come attore organizzativo, per <strong>di</strong> più neofita e quin<strong>di</strong> destinatario per forza <strong>di</strong>r un<br />

processo <strong>di</strong> socializzazione organizzativa, mettendomi in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare in modo più<br />

puntuale quin<strong>di</strong> il <strong>di</strong>vario tra teoria <strong>di</strong>chiarata e teoria in uso. 217 Se avessi trascorso due mesi<br />

nell'ambulatorio spacciandomi per un nuovo volontario, non destando alcun tipo <strong>di</strong> sospetto, avrei<br />

certamente avuto a <strong>di</strong>sposizione un numero molto superiore <strong>di</strong> informazioni sulle pratiche<br />

organizzative rispetto a quelle che ho potuto cogliere attraverso l'osservazione dei comportamenti<br />

degli attori organizzativi e la raccolta delle loro <strong>di</strong>chiarazioni sotto forma <strong>di</strong> interviste. Il principale<br />

svantaggio <strong>di</strong> un'osservazione coperta però è quello <strong>di</strong> essere costretti a coprire un'unica posizione<br />

<strong>di</strong> ruolo ed è quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile cambiare punto <strong>di</strong> vista rispetto a quello del ruolo che si sta stu<strong>di</strong>ando.<br />

Inoltre, non vi è stata alcuna ragione che riguardasse la mia sicurezza personale né tanto meno una<br />

qualche propensione da inchiesta giornalistica a smascherare il funzionamento <strong>di</strong> un'organizzazione,<br />

che giustificassero il mantenere nascosta la mia identità <strong>di</strong> ricercatore. Da un punto <strong>di</strong> vista etico<br />

infine, il mostrarmi come qualcuno che stava compiendo una ricerca sociale è sorto dalla necessità<br />

<strong>di</strong> far chiarezza fin da subito in un ambito molto delicato e che tocca la <strong>di</strong>mensione intima delle<br />

persone come quella della salute psicofisica evitando così <strong>di</strong> venire in possesso <strong>di</strong> informazioni<br />

strettamente me<strong>di</strong>che e personali che comunque non mi sarebbero servite per gli obiettivi<br />

dell'indagine. Invece, i benefici che ho ottenuto dall'agire “scoperto” nei confronti del personale<br />

organizzativo sono stati molteplici. Ho potuto aggirarmi liberamente in tutti gli spazi dove si<br />

svolgevano le <strong>di</strong>verse attività: segreteria, sala <strong>di</strong> attesa e, con <strong>di</strong>verse restrizioni dettate dal<br />

mantenimento della privacy, negli ambulatori. Inoltre ho potuto portare sempre con me un taccuino<br />

dove appuntare “just in time” le mie osservazioni sugli acca<strong>di</strong>menti. Non appena notavo un evento<br />

rilevante avevo la possibilità <strong>di</strong> cessare l'attività che stavo svolgendo, appartarmi nella stanza a mia<br />

216 Bailey K. D., Meto<strong>di</strong> della ricerca sociale, <strong>Bologna</strong>, Il Mulino , 1994 p. 287<br />

217Weik K., Senso e significato nell’organizzazione, cit.<br />

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