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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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possibilità, si avvalgono della traduzione <strong>di</strong> un interprete. 317 Riteniamo opportuno sottolineare anche<br />

che i me<strong>di</strong>ci stessi adottano un atteggiamento <strong>di</strong> apertura nei riguar<strong>di</strong> dei migranti poiché non<br />

pretendono che questi ultimi si esprimano unicamente in lingua italiana ma, in relazione alla<br />

conoscenza che loro stessi hanno <strong>di</strong> altre lingue straniere, permettono al migrante <strong>di</strong> esprimersi<br />

nella lingua <strong>di</strong> cui ha una migliore padronanza. Lo scoglio dell'incomprensione linguistica deve<br />

essere necessariamente superato affinché l'interazione me<strong>di</strong>ca possa effettivamente realizzarsi a<br />

costo <strong>di</strong> forzare il migrante ad esprimere nel modo più chiaro possibile i propri sintomi. Il secondo<br />

me<strong>di</strong>co intervistato ci informa anche che le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> incomprensione maggiori si riscontrano in<br />

particolare con alcuni gruppi nazionali, nello specifico con i migranti provenienti dal Pakistan. I<br />

me<strong>di</strong>ci non hanno fornito una loro interpretazione sul perché <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>fferenza tra le <strong>di</strong>verse<br />

nazionalità che utilizzano l'ambulatorio. Chi scrive ritiene che questa <strong>di</strong>fferenza sia dovuta, almeno<br />

in parte dal grado <strong>di</strong> vicinanza linguistica che le varie lingue dei migranti hanno con quella italiana<br />

(Il moldavo o il rumeno ad esempio hanno indubbiamente maggiori affinità grammaticali, specie<br />

lessicali, con l'italiano <strong>di</strong> quante ne abbiano la lingue degli immigrati provenienti dalla penisola<br />

in<strong>di</strong>ana). Tuttavia le <strong>di</strong>stanze linguistiche non sono <strong>di</strong> per sé sufficienti a spiegare <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong><br />

capacità <strong>di</strong> espressione così marcate. Su <strong>di</strong> esse influiscono fortemente anche le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e<br />

lavoro che ciascun migrante vive nella sua esperienza migratoria alle quali si devono aggiungere i<br />

rapporti che egli intrattiene con la sua comunità <strong>di</strong> appartenenza, il grado <strong>di</strong> autonomia che gode da<br />

essa e le possibilità o la volontà <strong>di</strong> relazioni sociali con gli autoctoni. 318<br />

I migranti che intervistati hanno dato meno risalto nei loro resoconti alla questione<br />

dell'incomprensione linguistica con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Sokos.<br />

“Io non parlo italiano molto bene, quin<strong>di</strong> è un po’ <strong>di</strong>fficile però non ho avuto problemi importanti. Una<br />

volta in questo posto ho anche trovato una dottoressa che mi ha detto “Che lingua parli, hai un’altra<br />

lingua?” e io ho detto “Francese”. “Allora, parla francese con me”. E’ stato normale, come parlare a mio<br />

padre, mia madre, mia sorella. E’ stato meglio per me parlare in francese. La prima volta che sono venuto<br />

qui dal dottore ho portato con me un mio amico che sa bene la lingua italiana. Ha fatto da traduttore in<br />

segreteria dove ti chiedono “Da dove vieni”. Poi quando sono andato giù (in ambulatorio) ho avuto un<br />

problema con la dottoressa nel <strong>di</strong>rgli che avevo male allo stomaco e alla spalla, allora è venuto con me<br />

dalla dottoressa anche il mio amico. Ho detto alla dottoressa “Ho un mio amico per la traduzione” e lei ha<br />

detto “Va bene, non c’è problema”. Solo quella volta, adesso faccio da solo.” [M1]<br />

317 E' opportuno precisare come la segreteria <strong>di</strong> Sokos <strong>di</strong>sponga <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> numeri telefonici <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> fiducia,<br />

solitamente essi stessi pazienti dell'ambulatorio, che possono essere contattati per esigenze <strong>di</strong> traduzione.<br />

318 Per rimanere nel caso sopra descritto, ci riferiamo ad esempio a casi <strong>di</strong> migranti pakistani, impiegati in lavori presso<br />

imprese gestite da connazionali come quelle del commercio al dettaglio nel centro della città <strong>di</strong> <strong>Bologna</strong> e che<br />

vivono la maggior parte delle proprie relazioni sociali all'interno della propria comunità nazionale.<br />

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