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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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dove il lavoro è pagato a cottimo.” 19 All'interno del stesso settore agricolo permangono forti<br />

<strong>di</strong>fferenze Tra il Nord e il Sud del paese. Nel primo caso i migranti impiegati nella raccolta <strong>di</strong> mele,<br />

fragole, fiori, uva e come addetti all'alpeggio sono impiegati con contratti regolari e pagati ai<br />

minimi contrattuali. Nel secondo caso è molto <strong>di</strong>ffuso il lavoro irregolare a giornata nella raccolta <strong>di</strong><br />

pomodoro, uva e olive, pagato molto meno anche delle retribuzioni agli italiani irregolari. 20<br />

Secondo i dati del Dossier Caritas immigrazione 2006, il settore dell’industria impiega il 35,2%<br />

degli occupati stranieri. All’interno <strong>di</strong> questo settore, gli stranieri si concentrano per il 13,3% nelle<br />

costruzioni mentre per quanto concerne l’incidenza degli occupati stranieri sul totale essa raggiunge<br />

il 19,4% nelle costruzioni (il 25% in Emilia Romagna), il 15,6% nell’industria conciaria, il 15,1%<br />

nell’industria del legno, e supera il 14,7% nell’industria del tessile e dei metalli. Nelle costruzioni la<br />

presenza degli immigrati è oltre il doppio <strong>di</strong> quella degli italiani e sono i lavoratori dell’Europa<br />

Centro Orientale a rappresentare il 57% dei lavoratori stranieri nel settore, seguiti dai migranti<br />

provenienti dall’Africa settentrionale (24%). 21<br />

Il settore che assorbe maggiormente la manodopera immigrata è tuttavia quello dei servizi con il<br />

53,6%, in particolare al 2006 gli occupati stranieri sono 268.260 nel settore informatica e servizi<br />

alle imprese, 220.735 in alberghi e ristoranti, 213.288 in attività svolte presso le famiglie. In<br />

generale, l’insieme del terziario assorbe una quota inferiore rispetto alla componente italiana<br />

(rispettivamente il 55% e il 66 %) con l’eccezione del Mezzogiorno, in cui l’occupazione straniera<br />

tende ad accostarsi a quella italiana. Questa <strong>di</strong>fferenza trova spiegazione nella scarsa presenza<br />

straniera in attività particolarmente rilevanti all’interno dell’occupazione italiana (informatica,<br />

ricerca e sviluppo, servizi alle imprese) mentre è molto estesa in altri comparti dove gli italiani sono<br />

scarsamente presenti (servizi alle famiglie dove trova impiego il 20% degli occupati stranieri, una<br />

donna su due, e servizi <strong>di</strong> pulizia). Quest’ultimo dato ci introduce al tema della segmentazione<br />

lavorativa.<br />

A causa del fenomeno della segmentazione lavorativa i migranti sono impiegati in quelle tipologie<br />

<strong>di</strong> lavori ai quali gli autoctoni si sottraggono grazie al sostegno della rete familiare la quale agisce<br />

come una sorta <strong>di</strong> ammortizzatore sociale, permettendo ai giovani autoctoni <strong>di</strong> essere aiutati dal<br />

red<strong>di</strong>to familiare durante il periodo nel quale cercano una sistemazione professionale consona alle<br />

aspettative che l’elevata scolarizzazione ha contribuito a creare. Esercitando questa funzione, la rete<br />

sociale familiare contribuisce all'autonomia e alla selettività dell'offerta <strong>di</strong> lavoro, poiché esso è<br />

19 Ibid., p. 129.<br />

20 Reyneri E., Sociologia del mercato del lavoro, cit., p. 402.<br />

21 In questo settore economico i migranti sono spesso lavoratori in nero (un quinto del totale), a<strong>di</strong>biti a mansioni più<br />

dure e spesso più rischiose, con scarse possibilità <strong>di</strong> avanzamento <strong>di</strong> livello. Inoltre rispetto ad un lavoratore italiano<br />

<strong>di</strong> pari livello, un lavoratore straniero guadagna il 24% in meno. Caritas/Migrantes, XV Dossier Statistico<br />

Immigrazione, cit., p. 251.<br />

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