Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
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me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Sokos, come anche le modalità l'espressione dei propri sintomi, “amplificati” fino a<br />
renderli assolutamente gravi. Attraverso <strong>di</strong> esse il migrante cerca <strong>di</strong> influenzare la valutazione del<br />
me<strong>di</strong>co in quanto è esclusivamente la sua parola che certifica lo stato <strong>di</strong> malattia dell'in<strong>di</strong>viduo<br />
trasformandolo da malato in paziente rendendo la sua malattia non più una questione meramente<br />
in<strong>di</strong>viduale ma sociale. La malattia del migrante acquista a questo punto anche la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong><br />
sickness 329 , ossia la percezione della malattia da parte dell’ambiente non me<strong>di</strong>co che circonda il<br />
soggetto. Attraverso il me<strong>di</strong>co, l'unico rappresentante “istituzionale” della società <strong>di</strong> immigrazione<br />
<strong>di</strong>sposto ad ascoltarlo, il migrante irregolare cerca un riconoscimento sociale della sua malattia e<br />
poiché questa si rivela intimamente connessa alla sua esperienza migratoria, anche della sua identità<br />
<strong>di</strong> migrante, della sua specificità in<strong>di</strong>viduale. Da ultimo essere riconosciuti dalla società <strong>di</strong><br />
immigrazione come malati e quin<strong>di</strong> legittimi destinatari del <strong>di</strong>ritto alle cure sanitarie, significa<br />
uscire dallo stato <strong>di</strong> invisibilità a cui la stessa società costringe i migranti per mezzo del suo<br />
apparato normativo.<br />
Gli elementi <strong>di</strong> criticità appena descritti segnano altrettante rotture nell'interazione tra paziente e<br />
me<strong>di</strong>co. Essa <strong>di</strong>viene più simile ad un conflitto tra due parti che nell'assolutizzazione delle loro<br />
appartenenze culturali, non riescono a superare la loro contrapposizione. Tuttavia, nel corso<br />
dell'osservazione partecipante si è notato che questa fase <strong>di</strong> rottura e contrapposizione che, se non<br />
risolta, rischierebbe <strong>di</strong> protrarre il problema <strong>di</strong> salute del migrante, spingendolo ad<strong>di</strong>rittura ad<br />
“inse<strong>di</strong>arsi” nella sua malattia, viene superata. L'interazione me<strong>di</strong>ca subisce infatti un processo <strong>di</strong><br />
ricomposizione che sostituisce i tratti conflittuali dell'interazione con quelli negoziali. Quali sono i<br />
perni attorno ai quali ruota la negoziazione nella relazione me<strong>di</strong>co-paziente in Sokos? Essi sono<br />
sostanzialmente due: la possibilità data al migrante <strong>di</strong> aprirsi uno spazio narrativo e l'aspetto<br />
fortemente in<strong>di</strong>viduale dell'interazione stessa. Sono gli stessi migranti ad esplicitarci i caratteri della<br />
loro relazione con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Sokos.<br />
“(..) loro ti chiedono proprio <strong>di</strong> tutto. Per esempio, parlando <strong>di</strong> ***, che lei mi ha fatto <strong>di</strong>verse visite. Lei<br />
mi chiede <strong>di</strong> tutto, lei mi tratta proprio come una persona. Io ho cominciato a <strong>di</strong>re quello che c’ho e lei mi<br />
ha detto “Sei troppo depressa, si vede” o cose così. Quin<strong>di</strong> non le parli solo del ginocchio, <strong>di</strong> questa cosa<br />
qua…Vuole capire da dove viene questo dolore e tutto il resto. Per <strong>di</strong>re, il ginocchio. Lei mi ha fatto <strong>di</strong>re<br />
le cose <strong>di</strong> quando ero bambina, non parlare proprio <strong>di</strong> quello che c’è adesso. Ma del passato. Perché tutte<br />
le cose che abbiamo, vengono dal passato, secondo me.” [M7]<br />
“Per esempio, una volta sono entrato qua e un dottore mi ha chiesto “ Quanto tempo sei stato in Spagna?”<br />
329 Morrone A., Mereu F., “La nuova realtà dell'immigrazione: dal singolo alla famiglia. Dinamiche familiari e aspetti<br />
socio-sanitari” in Andolfi M. (a cura <strong>di</strong>), La Me<strong>di</strong>azione Culturale tra l'estraneo e il familiare , Milano, Angeli, 2003<br />
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