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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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Questi due migranti ci riportano le loro valutazioni positive in merito all'utilizzo dei servizi sanitari<br />

non solo <strong>di</strong> pronto soccorso ma anche ospedalieri, a causa del ricovero a cui sono stati sottoposti. Il<br />

primo ci parla del suo ricovero a seguito <strong>di</strong> un incidente in motorino che gli aveva causato la rottura<br />

<strong>di</strong> una caviglia. La seconda intervistata racconta invece del suo ricovero in ospedale causato<br />

dall'appen<strong>di</strong>cite.<br />

“(..) Poi sono andato al Rizzoli. Al Rizzoli mi hanno fatto un intervento. Non mi hanno operato subito<br />

perché la gamba era gonfia. E non si poteva operare subito. Mi hanno messo in trazione una settimana per<br />

sgonfiarla. Poi mi hanno fatto l’ intervento e dopo un’altra settimana mi hanno mandato a casa. (...). Mah,<br />

tutto quello che io volevo sapere loro me lo <strong>di</strong>cevano, se io glielo chiedevo. Per le altre cose…per me<br />

hanno fatto tutto quello che hanno dovuto fare, anche se io ero irregolare. Mi è piaciuto che non ho visto<br />

la <strong>di</strong>fferenza.” [M13]<br />

“(...) Ho fatto l'appen<strong>di</strong>cite. Ho fatto anche quella senza documenti. Ho chiamato l'ambulanza e loro mi<br />

hanno parlato “Come ti senti, quanti anni hai, loro sono arrivati subito...” mi hanno portato all'ospedale<br />

Maggiore e dopo mi hanno operato, tutto bene grazie a Dio.(...) Veramente bene, con la dottoressa,<br />

l'infermiera, il me<strong>di</strong>co che mi ha operata. Si vede che loro parlano con gli stranieri. (..) Avevo solo paura<br />

prima, perché ero senza documenti, ma grazie a <strong>di</strong>o è andato tutto bene. Loro non hanno fatto <strong>di</strong>fferenza,<br />

come tra stranieri e tra voi, mi hanno trattata uguale, hai capito, loro non hanno detto “Sono stranieri,<br />

facciamo un'altra cosa”” [M3]<br />

Quello che trova spazio nelle interviste è, oltre all'ovvia descrizione degli eventi che hanno costretto<br />

i migranti a rivolgersi alla struttura <strong>di</strong> pronto soccorso, l'attenzione particolare dei migranti nel<br />

raccontare l'operato dei me<strong>di</strong>ci che li hanno assistiti. I migranti esprimono sod<strong>di</strong>sfazione per il<br />

trattamento ricevuto non solo sotto un profilo strettamente me<strong>di</strong>co, ma soprattutto sotto quello delle<br />

relazioni instaurate con il personale me<strong>di</strong>co. In particolare nei racconti viene dato risalto al fatto <strong>di</strong><br />

essere stati trattati durante la cura al pari <strong>di</strong> qualsiasi altro paziente, italiano o straniero che fosse. In<br />

questo caso l'irregolarità della posizione amministrativa dei migranti non è stata assunta come un<br />

elemento <strong>di</strong> ostacolo nell'equiparazione del paziente straniero a quello italiano. I migranti<br />

considerano questo fatto rilevante e non mancano <strong>di</strong> sottolinearlo positivamente. Ricevere un<br />

trattamento simile agli altri pazienti - ovviamente parliamo qui dell'aspetto relazionale e non <strong>di</strong><br />

quello me<strong>di</strong>co - significa affrontare più tranquillamente la malattia da cui si è stati colpiti e anche<br />

mettere da parte le paure derivanti dalla propria con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> irregolarità.<br />

In <strong>di</strong>verse occasioni, tuttavia ci sono stati riferiti episo<strong>di</strong> nei quali i migranti che hanno utilizzato il<br />

presi<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>co del pronto soccorso si sono scontrati duramente con il personale me<strong>di</strong>co.<br />

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