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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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Inoltre sono abbastanza isolate quanto a relazioni con la società esterna poiché <strong>di</strong> frequente la loro<br />

vita si risolve in ambito familiare o in quello della comunità <strong>di</strong> origine e anche per questo motivo è<br />

molto <strong>di</strong>fficile raggiungerle con azioni comunicative <strong>di</strong> prevenzione e <strong>di</strong> offerta <strong>di</strong> assistenza. 180<br />

Esistono inoltre delle forti <strong>di</strong>fferenze per zona <strong>di</strong> provenienza che tendono a determinare le scelte<br />

sul piano procreativo; certamente donne che provengono da Paesi in cui l’IVG è usata molto<br />

frequentemente (ad esempio in Romania dove il tasso <strong>di</strong> abortività è circa 50 IVG l’anno ogni 1000<br />

donne), continuano ad avere un'elevata frequenza <strong>di</strong> IVG anche in Italia. Ma non bisogna<br />

sottovalutare il peso rilevante che le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita in Italia esercitano sul ricorso a questo tipo <strong>di</strong><br />

intervento me<strong>di</strong>co: la precarietà in cui queste donne vivono, la mancanza <strong>di</strong> permessi <strong>di</strong> soggiorno,<br />

lavori non in regola, il <strong>di</strong>sagio abitativo, le ristrettezze economiche, la solitu<strong>di</strong>ne e l'assenza <strong>di</strong> una<br />

rete parentale <strong>di</strong> sostegno. A ragione <strong>di</strong> ciò, la ricerca arriva a raccomandare che “accanto alle<br />

politiche sanitarie <strong>di</strong> prevenzione dell’interruzione della gravidanza, occorre riflettere sulla<br />

necessità <strong>di</strong> adozione <strong>di</strong> specifiche politiche <strong>di</strong> supporto socio-economico, prime tra tutte l’offerta <strong>di</strong><br />

lavori rispettabili e <strong>di</strong> abitazioni decenti, per una migliore integrazione delle donne immigrate nel<br />

nostro Paese.” 181<br />

Le con<strong>di</strong>zioni psichiche sono un altro aspetto problematico della salute dei migranti. Da più parti il<br />

principale fattore <strong>di</strong> rischio psicopatologico è stato in<strong>di</strong>viduato nel fallimento o nella minaccia <strong>di</strong><br />

fallimento del progetto migratorio. L'esperienza del migrare, specie se ci riferiamo alla prima<br />

generazione, ha in sé un grande potenziale <strong>di</strong> ridefinizione dei ruoli sociali: ad esempio all'interno<br />

della famiglia essa porta alla dequalificazione del ruolo maschile paterno innescando <strong>di</strong>namiche<br />

complesse e potenzialmente rischiose per la salute psichica. 182 L'adattamento che coinvolge il<br />

migrante nel paese <strong>di</strong> emigrazione comporta l'acquisizione <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni e riferimenti culturali<br />

estranei in tutto o in parte ai propri, e allo stesso tempo la per<strong>di</strong>ta del territorio geografico<br />

accompagnata da una ridefinizione dell'identità personale e sociale. La componente psicologica<br />

della salute del migrante risente profondamente <strong>di</strong> questi rivolgimenti accentuati dall'esperienza <strong>di</strong><br />

vita quoti<strong>di</strong>ana che impone un rapido inserimento in un ambiente sconosciuto con la conseguente<br />

comprensione e con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>verse dalle proprie, <strong>di</strong>venendo perciò un elemento<br />

facilitante per il possibile rischio psicopatologico. I fattori <strong>di</strong> rischio vengono <strong>di</strong>stinti in “specifici e<br />

aspecifici”. I primi si riferiscono a quello che viene definito “stress da transculturazione” in cui<br />

gioca un ruolo determinante la riuscita o il fallimento del progetto migratorio, l'elevata <strong>di</strong>screpanza<br />

tra aspirazioni in<strong>di</strong>viduali e la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> marginalità sociale vissuta, l'esperienza del <strong>di</strong>stacco e<br />

180Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità, L’interruzione volontaria <strong>di</strong> gravidanza tra le donne straniere in Italia A cura <strong>di</strong> A.<br />

Spinelli, E. Forcella, S. Di Rollo, M. E. Grandolfo rapporto Istisan 06/17 p. 100<br />

181Ibidem. p. 64<br />

182 Geraci S., Marceca M., Mazzetti M., “Migrazioni e salute in Italia”, cit. p.12<br />

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