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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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mancanza <strong>di</strong> tutela sanitaria <strong>di</strong> base e quin<strong>di</strong> della possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e terapie in tempi brevi ed<br />

efficaci che consentano un decorso migliore, un progressivo miglioramento e la guarigione<br />

completa.” 169 I migranti sono quella fascia <strong>di</strong> popolazione particolarmente esposta a fattori <strong>di</strong> rischio<br />

quali <strong>di</strong>versità climatiche, con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro usuranti, stancanti e faticose, con<strong>di</strong>zioni abitative<br />

insalubri e promiscue. A questi fattori se ne aggiungono degli altri che concorrono all'abbassamento<br />

delle <strong>di</strong>fese psichiche ed immunitarie: 170 alimentazione insufficiente, isolamento e solitu<strong>di</strong>ne,<br />

<strong>di</strong>fficoltà ad inserirsi e a stabilire un tessuto <strong>di</strong> relazioni nella nuova società <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento,<br />

<strong>di</strong>scriminazione nell'accesso alle strutture sanitarie. Le patologie sofferte dai migranti non sono <strong>di</strong><br />

tipo esotico, come una lettura semplicistica potrebbe indurre a pensare, ma piuttosto derivano da<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> emarginazione, rientrando così in quelle che più generalmente sono definite “malattie<br />

da depauperamento”. Esse vengono classificate in due gruppi: il primo comprende le malattie<br />

cosiddette da <strong>di</strong>sagio o degrado ( patologie da raffreddamento e da cattiva alimentazione ), il<br />

secondo comprende invece le malattie traumatiche ( <strong>di</strong>sturbi acuti delle vie aeree, dell'apparato<br />

<strong>di</strong>gerente, del sistema osteo-articolare, <strong>di</strong> interesse genito-urinario, odontomastologico,<br />

dermatologico). 171<br />

Una classificazione dei problemi <strong>di</strong> salute degli immigrati è quella proposta da Lavati il quale,<br />

collegando le patologie dei migranti alle fasi della migrazione, le raggruppa come <strong>di</strong> seguito: 172<br />

<br />

<br />

<br />

Patologie <strong>di</strong> importazione: sono quegli stati patologici che il migrante porta con sé dal paese<br />

<strong>di</strong> origine. Sono legati a cause ere<strong>di</strong>tarie o a fattori <strong>di</strong> rischio connessi a stili <strong>di</strong> vita e<br />

pratiche consuetu<strong>di</strong>narie.<br />

Patologie <strong>di</strong> adattamento: <strong>di</strong>scendono dalle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> inserimento del migrante nel nuovo<br />

contesto socioculturale e comportano spesso lo svilupparsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi psicosomatici dovuti<br />

all'inquietu<strong>di</strong>ne e all'instabilità per la nuova forma <strong>di</strong> vita.<br />

Patologie <strong>di</strong> acquisizione: determinate da fattori che mettono a rischio lo stato <strong>di</strong> salute del<br />

migrante, come precarie con<strong>di</strong>zioni abitative ed igieniche nelle quali il migrante ricade per<br />

la mancanza <strong>di</strong> tutela e sicurezza lavorativa e abitativa e a causa <strong>di</strong> un <strong>di</strong>fficoltoso accesso<br />

ai servizi sanitari.<br />

169Morrone A., “Problematiche sanitarie in una società multiculturale”, in De Micco V. (a cura <strong>di</strong>), Le Culture della<br />

Salute, cit.<br />

170Coluccia A. Mangia M.L.“Immigrazione e problematiche sanitarie con particolare riferimento alla relazione<br />

me<strong>di</strong>co-paziente” in Difesa sociale, anno LXXVIII n° 5 settembre/ottobre 1999. p. 92<br />

171Pasini W. , Il me<strong>di</strong>co e il paziente immigrato, manuale per il me<strong>di</strong>co, <strong>Bologna</strong> , Alfa Wasserman news e views,<br />

1996, p. 239.<br />

172Lavati A. , Quando la salute non c'è, in Orientamenti, rivista monografica <strong>di</strong> formazione sociale e politica n° 5/6<br />

1999, p 75<br />

70

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