Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
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dei farmaci, ad azioni <strong>di</strong> presa <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dal proprio ruolo quali ad esempio mantenere un<br />
atteggiamento scherzoso, sdrammatizzare i sintomi del paziente, chiedergli opinioni in merito alle<br />
sue valutazioni, fornirgli delle informazioni extra-me<strong>di</strong>che. 307 Lo stesso paziente quin<strong>di</strong> non si<br />
limita ad interpretare il suo ruolo riferendo la percezione che ha dei suoi sintomi ma interagisce con<br />
il me<strong>di</strong>co, esprime i suoi giu<strong>di</strong>zi, lo rende partecipe <strong>di</strong> eventi della sua vita non strettamente me<strong>di</strong>ci.<br />
Sono state <strong>di</strong>verse le storie <strong>di</strong> vita e gli aneddoti, sulle esperienze me<strong>di</strong>che, che ho ascoltato durante<br />
le visite. Tra le tante quella <strong>di</strong> un ricercatore universitario brasiliano che ci racconta del suo <strong>di</strong>fficile<br />
rapporto con il mondo accademico; quella <strong>di</strong> una donna marocchina che ha invece parlato della sua<br />
esperienza conflittuale con un me<strong>di</strong>co ginecologo che non voleva rilasciarle il certificato per la<br />
maternità anticipata (per lavoro rischioso) sebbene lei svolgesse un lavoro molto pesante (mansioni<br />
<strong>di</strong> magazzino in una fabbrica) e avesse già rischiato un grave infortunio. Oppure la storia <strong>di</strong> una<br />
donna peruviana che raccontava <strong>di</strong> come avesse perso il suo lavoro <strong>di</strong> addetta alle pulizia presso una<br />
cooperativa e della ricerca, <strong>di</strong>venuta per lei oramai opprimente, <strong>di</strong> un nuovo contratto <strong>di</strong> lavoro in<br />
tempo utile per rinnovare il permesso <strong>di</strong> soggiorno.<br />
Ma uno degli aspetti che più ha attirato la mia attenzione è stato il tempo de<strong>di</strong>cato dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />
Sokos per fornire in<strong>di</strong>cazioni in merito all’utilizzo dei servizi sanitari. Marco infatti spiega<br />
precisamente a quale reparto ospedaliero si deve rivolgere, illustra l’ubicazione <strong>di</strong> un CUP<br />
<strong>di</strong>segnando su un foglio il percorso stradale per raggiungerlo, esce dall’ambulatorio alla ricerca <strong>di</strong><br />
informazioni per sapere dove ci sia un bravo ginecologo da cui mandare un sua paziente visto che lo<br />
specialista <strong>di</strong> Sokos è momentaneamente impossibilitata a visitare per motivi <strong>di</strong> salute. In generale<br />
spiega ai migranti pazientemente e in maniera molto dettagliata come si debbano orientare tra vari i<br />
servizi sanitari citta<strong>di</strong>ni, sia sotto l’aspetto me<strong>di</strong>co-sanitario sia sotto quello burocratico.<br />
In un’occasione infine Marco reputa opportuno chiedere un parere <strong>di</strong> un altro collega riguardo ad un<br />
caso clinico su cui è incerto. Esce dall’ambulatorio e torna con un me<strong>di</strong>co donna ed entrambi<br />
visitano il paziente, gli chiedono ancora informazioni sulla sua malattia, ascoltano la sua risposta ed<br />
interagiscono con lui fino a dare una risposta al problema per il quale si era presentato in<br />
ambulatorio. In questo caso Marco <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> affidare più importanza al benessere del paziente che<br />
307 In questo caso ci troviamo davanti a quell'aspetto dell'interazione faccia a faccia che Erving Goffman ha definito<br />
“<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> ruolo”. Si tratta del <strong>di</strong>vario tra l’in<strong>di</strong>viduo e il suo ruolo. Durante la performance <strong>di</strong> ruolo, l’in<strong>di</strong>viduo<br />
comunica la sua <strong>di</strong>stanza dallo status/posizione che ricopre. L’in<strong>di</strong>viduo però non nega il ruolo, cioè le aspettative,<br />
quanto piuttosto il sé virtuale che gli si potrebbe attribuire se si pensasse che è totalmente identificato con la posizione.<br />
Gli esempi <strong>di</strong> Erving Goffman sono presi dalle <strong>di</strong>namiche della sala operatoria, un sistema <strong>di</strong> interazione chiuso in cui i<br />
ruoli devono essere ben definiti, la cooperazione è necessaria e in cui si svolge un’attività estremamente seria e tecnica,<br />
assai co<strong>di</strong>ficata. Goffman osserva <strong>di</strong>rettamente alcune operazioni notandoche la comunicazione della <strong>di</strong>stanza dal ruolo<br />
non è un fenomeno che accade solo a volte, in relazione alla personalità degli in<strong>di</strong>vidui (me<strong>di</strong>co e infermiere)<br />
coninvolti ma è un fatto del tutto normale e ricorrente.Si veda Goffman E., Il rituale dell'interazione, cit.<br />
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