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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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informalità, tanto che l'Italia<br />

viene scelta come meta <strong>di</strong> immigrazione proprio perché si<br />

moltiplicano le possibilità <strong>di</strong> un'occupazione irregolare che non necessita del possesso del permesso<br />

<strong>di</strong> soggiorno. Come scrive Ambrosini infatti “(...) la presenza <strong>di</strong> una quota più o meno ampia <strong>di</strong><br />

economia irregolare è un tratto costitutivo del funzionamento dei sistemi economici contemporanei,<br />

ed il lavoro immigrato, specialmente se impossibilitato ad immettersi regolarmente nel mercato,<br />

sembra fatto apposta per rispondere a questo tipo <strong>di</strong> domanda. Il mondo sommerso del lavoro<br />

irregolare può essere considerato l’ambito per eccellenza in cui gli immigrati rispondono in maniera<br />

paradossalmente efficace alle esigenze generate dalle trasformazioni dei sistemi produttivi” 52 . I<br />

processi sempre più spinti <strong>di</strong> terziarizzazione ed esternalizzazione della produzione con il loro<br />

portato <strong>di</strong> atomizzazione dei rapporti <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione della capacità conflittuale e<br />

riven<strong>di</strong>cativa dei lavoratori, sono <strong>di</strong>ventati il modello organizzativo preponderante in <strong>di</strong>versi settori<br />

economici. Essi abbisognano <strong>di</strong> forza lavoro migrante che <strong>di</strong>venta una sorta <strong>di</strong> collante che tiene<br />

unite l'economia informale a quella formale E' questo il caso del lavoro domestico e <strong>di</strong> cura svolto<br />

dalle donne migranti verso il quale c'è una soglia <strong>di</strong> tolleranza molto elevata poiché questo tipo <strong>di</strong><br />

lavoro produce un risparmio sia per le famiglie sia per le imprese poiché se le donne italiane<br />

occupate fuori casa non avessero aiuti domestici, crescerebbe l'assenteismo, la domanda retributiva,<br />

la rigi<strong>di</strong>tà degli orari e la richiesta <strong>di</strong> servizi pubblici. “Ci guadagna la famiglia italiana, la donna<br />

migrante, il datore <strong>di</strong> lavoro della donna migrante e perfino lo Stato, perché così si abbassano<br />

l'assenteismo, le pressioni economiche, la domanda <strong>di</strong> servizi del sistema pubblico” 53 . Un altro<br />

esempio è rappresentato dalle imprese private che lavorano in regime <strong>di</strong> subappalto negli ospedali e<br />

nelle altre strutture pubbliche. Queste imprese vincono gli appalti grazie ai prezzi bassi che<br />

propongono, resi possibili grazie ad un massiccio impiego <strong>di</strong> lavoro irregolare, italiano e straniero,<br />

cosicché grazie al lavoro nero dei migranti si determina un risparmio anche per la pubblica<br />

amministrazione. Un rapido sguardo al contesto bolognese mette in luce un cambiamento<br />

nell'inserimento dei lavoratori migranti che, in prevalenza maschi, si inserivano con stabilità nel<br />

settore industriale e stagionale nel settore agricolo. A questo primo inserimento se ne è affiancato un<br />

secondo, dovuto ad un'economia sempre più terziarizzata, nell'area dei servizi alle imprese<br />

(facchinaggio, trasporti e pulizie) e in quella dei servizi alle persone (assistenza agli anziani,<br />

colfaggi, giar<strong>di</strong>naggio e ristorazione) con una crescente importanza del settore e<strong>di</strong>lizio. “Le<br />

mansioni rimangono in ogni caso quelle più dequalificate o quelle meno caricate da un<br />

riconoscimento sociale”. 54<br />

52 Ambrosini M., Utili invasori, l'inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro italiano, Milano, Franco Angeli,<br />

1999.<br />

53 Ambrosini M. , L’inserimento economico degli immigrati in Italia, in Basso P., Perocco F., Immigrazione e<br />

trasformazione della società, cit., p. 174.<br />

54 Cozzi S., Migranti e clandestini. Questioni <strong>di</strong> confine, Roma, Sapere 2000, 2007. p. 83.<br />

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