Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
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appresentante della società dell’accoglienza <strong>di</strong>sposto a dar loro ascolto.<br />
Ciò ci porta a delineare il concetto <strong>di</strong> “doppia centralità” che contrad<strong>di</strong>stingue il rapporto me<strong>di</strong>copaziente<br />
in Sokos. Per i migranti, il me<strong>di</strong>co riveste un ruolo centrale, poiché è a lui che viene<br />
affidata la propria salute.<br />
I contenuti delle interviste riportate sono molto espliciti a riguardo e ci <strong>di</strong>pingono efficacemente le<br />
rappresentazioni che le migranti intervistate hanno dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Sokos.<br />
“(…) mi ha visitato*** e poi una signora con i capelli corti…***, lei mi ha visitato per il ginocchio. E’<br />
brava. Io quando vado in ambulatorio con loro, mi sento libera. So che posso <strong>di</strong>re tutto. Io lo so che mi<br />
aiutano. Per esempio con ***, mi sentivo libera, potevo <strong>di</strong>re proprio cosa mi <strong>di</strong>sturba. [M7]<br />
Mi sono trovata sempre bene, sì. Mi hanno visitato due me<strong>di</strong>ci la dottoressa ***e la dottoressa ***. Tutte<br />
e due sono state come un’ amica: “Come stai, hai bisogno <strong>di</strong> qualcosa”. C’è un rapporto quasi <strong>di</strong> amicizia,<br />
è tanto <strong>di</strong>re amicizia…c’è un bel rapporto me<strong>di</strong>co-paziente. Poi loro ti chiedono molto: ti chiedono<br />
sempre “Come, stai?” se io o avuto problemi, se sono stanca o non sono riuscita a dormire, lo <strong>di</strong>co e ho<br />
chiesto un po’ <strong>di</strong> consigli e il me<strong>di</strong>co mi ha sempre risposto. [M15]<br />
Il rapporto che lega paziente straniero e me<strong>di</strong>co si regge sulla fiducia che il primo soggetto ripone<br />
nel secondo. La fiducia non è solo l’elemento fondante <strong>di</strong> questa relazione ma è ciò che la rende<br />
efficace sia per il me<strong>di</strong>co che per il paziente. Infatti la fiducia nell’interazione me<strong>di</strong>ca induce il<br />
migrante a sentirsi libero <strong>di</strong> esporre al me<strong>di</strong>co i suoi problemi <strong>di</strong> salute, che il più delle volte si<br />
intrecciano profondamente in alcuni eventi critici parte dell’esperienza della migrazione. La<br />
sensazione <strong>di</strong> libertà che i migranti provano davanti ai me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Sokos è tale da <strong>di</strong>minuire in molti<br />
casi le <strong>di</strong>stanze sociali tra i due attori. Tuttavia non mancano delle azioni <strong>di</strong> deferenza da parte del<br />
migrante, come ad esempio far dono al me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> qualche oggetto tipico del proprio paese (è il caso<br />
espresso nella successiva intervista) che però sembrano avere il fine <strong>di</strong> ringraziare il me<strong>di</strong>co per il<br />
suo operato più che quello <strong>di</strong> riconoscere la superiorità del suo ruolo. 315 Ciò lascia spazio<br />
all’instaurarsi <strong>di</strong> rapporti più profon<strong>di</strong> che arrivano ad essere simili a rapporti <strong>di</strong> tipo amicale.<br />
Questo mutamento sostanziale nella relazione me<strong>di</strong>co-paziente ha evidenti benefici sotto il profilo<br />
della risoluzione dei problemi <strong>di</strong> salute dei migranti. Infatti, quando il migrante nutre un elevato<br />
grado <strong>di</strong> fiducia verso chi lo sta curando è più propenso ad indagare con lui le cause della sua<br />
315Definiamo con Goffman deferenza “quella componente dell'attività che funziona come strumento simbolico con il<br />
quale si esprime regolarmante a una persona il proprio apprezzamento nei suoi confronti o nei confronti <strong>di</strong> qualcosa<br />
<strong>di</strong> cui questa persona è assunta come simbolo o agente” e contegno “ quell'elemento cerimoniale dell'in<strong>di</strong>viduo (...)<br />
che serve a comunicare a coloro che sono in sua presenza che egli è una persona che possiede certe qualità<br />
desiderabili o indesiderabili”. Goffman E., Il rituale dell'interazione, cit. pp. 61, 85<br />
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