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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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quest'ultimo migliori prestazioni sanitarie. Viceversa chi non possiede adeguate risorse economiche,<br />

si vede costretto a doversi affidare esclusivamente ad un'assistenza sanitaria “essenziale” che è<br />

scarsamente efficace nel rispondere al proprio bisogno <strong>di</strong> salute. In sistemi sanitari così strutturati<br />

aumenta quin<strong>di</strong> il <strong>di</strong>vario tra gruppi socio economici nell'accesso alle cure e nel mantenimento <strong>di</strong> un<br />

buono stato <strong>di</strong> salute e si creano e mantengono profonde <strong>di</strong>sequità <strong>di</strong> salute. 276<br />

Il <strong>di</strong>ritto alla salute non viene considerato come un <strong>di</strong>ritto reso possibile da una forma <strong>di</strong> solidarietà<br />

sociale praticata tra persone che appartengono a categorie, classi, gruppi <strong>di</strong>versi tramite la<br />

me<strong>di</strong>azione dello Stato né da una solidarietà praticata all'interno <strong>di</strong> ciascuna categoria, ma <strong>di</strong>venta<br />

un <strong>di</strong>ritto meramente in<strong>di</strong>viduale, <strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong>pendente dal proprio status economico.<br />

Date queste con<strong>di</strong>zioni, il migrante si rivolge alle strutture sanitarie del proprio paese nel minor<br />

numero <strong>di</strong> casi possibile e solo quando la gravità delle circostanze lo rende necessario. La tutela<br />

della salute personale viene così parzialmente sottratta all'influenza delle istituzioni me<strong>di</strong>che e<br />

spostata progressivamente in un ambito più informale e privato in cui sono coinvolti, a seconda del<br />

Paese, la famiglia, le reti amicali e <strong>di</strong> vicinato o le piccole comunità abitative, così come traspare<br />

dal contenuto delle successive interviste. E tuttavia, come viene raccontato nella prossima intervista<br />

la malattia è collocata ugualmente, pur al <strong>di</strong> fuori delle istituzioni sanitarie, in uno spazio sociale e<br />

qui trova la sua risoluzione. E' in questo spazio sociale in cui si generano e mantengono queste reti<br />

<strong>di</strong> cura che crea una sorta <strong>di</strong> “gestione domestica della salute”. 277<br />

“Questa è una cosa particolare che c’è da noi. Tu hai sempre l’assistenza. Quando tu ti senti male, o<br />

quando tu hai un problema, ci sono sempre gli amici, c’è la famiglia, ci sono quelli che abitano vicino a<br />

te. I vicini <strong>di</strong> casa. Ci sono sempre. Tu sei malato, vai a chiedere un aiuto ad un amico, lui viene, sta con<br />

te, fa le cose per te. Questo si fa spesso, sempre! Anche se tu sei da solo, qualcuno viene da te. Non è<br />

come qui, tu sai, la società è <strong>di</strong>versa qui in Europa. Tu vivi con qualcuno. Tu abiti al primo piano, lui abita<br />

al secondo piano, però magari tu non lo ve<strong>di</strong> per un anno.” [M2]<br />

“Certo, quando ci sono le influenze più gravi si va dal me<strong>di</strong>co e fare la ricetta e poi in farmacia per gli<br />

antibiotici e lo prendevo perché era più seria e più grave la cosa. Ma io mi sono sempre curata con le<br />

erbe, come ho imparato da mia nonna che <strong>di</strong>ceva che così si guarisce subito.” [M5]<br />

Entrambi i migranti pongono l'accento sull'importanza che rivestono le reti <strong>di</strong> cura non istituzionali,<br />

le uniche che sostengono effettivamente l'in<strong>di</strong>viduo bisognoso <strong>di</strong> assistenza me<strong>di</strong>ca. Allo stesso<br />

276In questo conteso ci preme sottolineare il valore che acquisiscono le rimesse dei migranti. Esse infatti oltre a<br />

costituire un forma <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to supplementare per i familiari, <strong>di</strong>ventano una forma efficace, spesso l'unica, <strong>di</strong><br />

protezione sociale <strong>di</strong> tipo sanitario contro la malattia e l'infortunio.<br />

277Pizza G., Antropologia me<strong>di</strong>ca, Roma, Carocci, 2005 p. 189<br />

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