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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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Di contro proponiamo una definizione <strong>di</strong> Sokos come “confine”, attraversato il quale il paziente<br />

straniero ottiene una serie <strong>di</strong> benefici oltre alla risoluzione del suo problema <strong>di</strong> salute.<br />

Sokos, infatti, è un luogo dove il migrante può ottenere informazioni extra me<strong>di</strong>che (opportunità<br />

lavorative, abitative e <strong>di</strong> regolarizzazione) sia nel contatto con gli operatori, a livello informale, ma<br />

soprattutto nell'incontro con altri migranti. Questi scambi <strong>di</strong> informazioni concorrono alla<br />

produzione <strong>di</strong> un sapere migratorio, tanto più utile al migrante irregolare, quanto più breve è il<br />

periodo trascorso dal suo arrivo in Italia.<br />

Inoltre, nell'interazione con Sokos il migrante irregolare si riappropria <strong>di</strong> uno spazio <strong>di</strong> umanità<br />

perché ottiene <strong>di</strong> essere riconosciuto come persona e può emergere dall'invisibilità sociale a cui la<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> irregolarità amministrativa lo costringe.<br />

Oltre a ciò, il percorso che il migrante compie all'interno <strong>di</strong> Sokos lo mette in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

acquisire delle competenze circa le logiche e i meccanismi che regolano il funzionamento dei<br />

servizi sanitari. Egli <strong>di</strong>venta un attore sociale competente, e ciò gli permette <strong>di</strong> superare le barriere<br />

<strong>di</strong> accesso ai servizi sanitari, poiché conoscere un servizio e sapere come accedervi sono <strong>di</strong> per sé<br />

fattori che proteggono da possibili <strong>di</strong>scriminazioni.<br />

Infine il migrante, grazie alla familiarità acquisita con la subcultura me<strong>di</strong>ca, riesce a condurre in<br />

prima persona e con maggiore consapevolezza i propri rapporti me<strong>di</strong>ci anche al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> Sokos,<br />

evita la trappola della “<strong>di</strong>spersione sanitaria”, <strong>di</strong>viene più autonomo e protagonista nella gestione<br />

del suo stato <strong>di</strong> salute.<br />

Questa serie <strong>di</strong> benefici riveste per il migrante un'importanza fondamentale. Essi contribuiscono ad<br />

attenuare l'intermittenza che contrad<strong>di</strong>stingue il <strong>di</strong>ritto alla salute dei migranti irregolari, che <strong>di</strong><br />

frequente termina esclusivamente nell'accesso ai servizi sanitari, mirati o meno. Un effettivo <strong>di</strong>ritto<br />

alla salute non può prescindere, infatti, dalla capacità <strong>di</strong> gestire autonomamente la propria salute nel<br />

rapporto con le istituzioni sanitarie e dalla possibilità <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>carne i <strong>di</strong>ritti connessi.<br />

A conclusione del nostro <strong>di</strong>scorso ci pare possibile sostenere che il modello <strong>di</strong> servizio sanitario<br />

incarnato da Sokos sia sostanzialmente positivo, poiché, pur essendo Sokos stesso un servizio<br />

orientato ad un'utenza specifica, rende concreta la possibilità, presente nel <strong>di</strong>battito attorno alla<br />

gestione delle istanze <strong>di</strong> salute della popolazione immigrata, della transizione da servizi sanitari<br />

separati a servizi per tutti.<br />

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