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Alma Mater Studiorum – Università di Bologna - Cestim

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<strong>di</strong>sposizione qualora ve ne fosse stata l'esigenza, e stendere imme<strong>di</strong>atamente delle note etnografiche<br />

quanto più possibile puntuali e precise perché vicine temporalmente all'evento considerato evitando<br />

“la ricostruzione ex post <strong>di</strong> un’interazione, <strong>di</strong> per sé un’operazione in cui si rischia <strong>di</strong> perdere le<br />

sfumature.” 218<br />

L'osservazione scoperta porta con sé l'aspetto vantaggioso <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione del rischio <strong>di</strong><br />

“<strong>di</strong>ventare nativi”, visto che non si è costretti a fornire in continuazione agli altri membri<br />

dell'organizzazione o del gruppo stu<strong>di</strong>ato un'interpretazione convincente del proprio ruolo, evitando<br />

così <strong>di</strong> appiattire il proprio sguardo etnografico sulla prospettiva determinata da questo ruolo.<br />

Ho cercato comunque <strong>di</strong> impostare la mia osservazione scoperta in maniera quanto più possibile<br />

collaborativa e partecipativa. Durante la mia presenza in ambulatorio ero solito dare una mano<br />

svolgendo semplici compiti, soprattutto quando l'elevata affluenza <strong>di</strong> pubblico metteva in <strong>di</strong>fficoltà<br />

l'operare del personale della segreteria. E' capitato <strong>di</strong> frequente che fossi io a fotocopiare gli esami<br />

dei pazienti da inserire nella cartella clinica, a dare delle informazioni telefoniche, a portare le<br />

cartelle cliniche negli ambulatori in cui si stavano svolgendo le visite, e a ritirare quelle dei pazienti<br />

già visitati, a fornire delle informazioni <strong>di</strong> carattere generale ai migranti in attesa <strong>di</strong> visita o del<br />

proprio turno in segreteria, a prenotare gli appuntamenti per le visite specialistiche interne, a<br />

ricercare in archivio la cartella clinica <strong>di</strong> un paziente. Qualche volta inoltre mi sono prestato a<br />

tradurre, in inglese e in spagnolo, i <strong>di</strong>aloghi tra gli operatori <strong>di</strong> segreteria e i migranti specie se alla<br />

loro prima visita. Il rischio sempre presente nei casi come questi nei quali si svolgono attivamente<br />

delle mansioni è quello <strong>di</strong> trasformarsi, come <strong>di</strong>rebbe Whyte, in un un “partecipante che non<br />

osserva” 219 . Nel mio caso questa situazione non si è verificata data la stessa natura dell’osservazione<br />

scoperta per il personale Sokos che mi permetteva <strong>di</strong> <strong>di</strong>staccarmi in qualunque momento da ciò che<br />

stavo facendo per concentrarmi maggiormente sulla mia ricerca. La partecipazione alle attività <strong>di</strong><br />

routine organizzativa mi è stata tuttavia <strong>di</strong> grande aiuto. Infatti mi ha permesso un certo grado <strong>di</strong><br />

libertà <strong>di</strong> movimento negli spazi dove avvenivano le interazioni sociali più significative, <strong>di</strong><br />

collocarmi quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> volta in volta in un punto <strong>di</strong> osservazione <strong>di</strong>verso monitorando così le <strong>di</strong>verse<br />

fasi delle del percorso dell’utente all’interno del servizio; inoltre sono riuscito a rendere meno<br />

evidente ed ingombrante il mio ruolo <strong>di</strong> ricercatore, mischiandolo e bilanciandolo con quello <strong>di</strong><br />

collaboratore, amico e collega dato che il fatto che io contribuissi alle attività quoti<strong>di</strong>ane mi ha<br />

sicuramente reso meno “corpo estraneo” agli occhi degli attori organizzativi. Questi hanno<br />

percepito meno pesantemente la mia presenza e non si sono sentiti costantemente esaminati da una<br />

specie <strong>di</strong> valutatore esterno, mantenendo in tal modo un comportamento più fedele alla normalità<br />

218 Longo V., Dando l'anima alla città galleggiante. Il lavoro emotivo nelle navi da crociera, Tesi <strong>di</strong> dottorato <strong>di</strong><br />

ricerca in sociologia dei processi comunicativi nella sfera pubblica, p. 96<br />

219 Whyte T. F., Litte Italy, Bari, Laterza, 1968 p. 405<br />

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