Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
Alma Mater Studiorum â Università di Bologna - Cestim
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
CONCLUSIONE<br />
Lo scopo <strong>di</strong> quest'ultimo paragrafo è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare un quadro complessivo formato dalle<br />
principali rilevanze empiriche emerse dal lavoro <strong>di</strong> ricerca.<br />
Per prima cosa <strong>di</strong>amo conto delle rappresentazioni che accompagnano l'esperienza della malattia<br />
vissuta dai migranti sia nel paese <strong>di</strong> origine che in quello <strong>di</strong> emigrazione, cercando <strong>di</strong> coglierne le<br />
<strong>di</strong>fferenze più rilevanti. Per i migranti intervistati, la malattia nel paese <strong>di</strong> origine coincide, in<br />
maniera quasi del tutto esclusiva, con un evento traumatico che rompe una situazione <strong>di</strong> “equilibrio<br />
<strong>di</strong> salute”, il quale viene solitamente ristabilito dopo un periodo <strong>di</strong> cura presso una struttura<br />
sanitaria. Inoltre la malattia ha la caratteristica <strong>di</strong> essere “socializzata” <strong>di</strong> norma all'interno delle reti<br />
sociali primarie (famiglia e vicinato), dentro le quali trova supporto per una sua positiva risoluzione.<br />
D'altra parte l'esperienza della malattia risulta, salvo ovviamente i casi gravi, scarsamente<br />
istituzionalizzata, a causa dei costi elevati delle cure me<strong>di</strong>che. Anche per questo motivo, i migranti<br />
<strong>di</strong>mostrano <strong>di</strong> aver sviluppato una buona capacità <strong>di</strong> prendersi cura <strong>di</strong> sé, avendo acquisito in<br />
ambito familiare un sapere <strong>di</strong> tipo me<strong>di</strong>co fondato sulla conoscenza <strong>di</strong> rime<strong>di</strong> erboristici e<br />
tra<strong>di</strong>zionali. Questo aspetto emerge chiaramente in riferimento alla componente femminile dei<br />
nostri intervistati, il cui ruolo nell'ambito della famiglia sembra esse quello <strong>di</strong> “custo<strong>di</strong> della salute<br />
familiare”.<br />
La malattia nel paese <strong>di</strong> origine è collocata in una “temporalità remota”. Essa è un evento lontano,<br />
che quasi si perde nei ricor<strong>di</strong>, ancorato al periodo <strong>di</strong> vita che precede la migrazione, e non sembra<br />
ricadere sulla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> salute attuale.Differente è invece la rappresentazione che i migranti<br />
danno della malattia nel paese <strong>di</strong> immigrazione, a partire dalla collocazione temporale della sua<br />
genesi. Essa coincide con l'inizio della propria migrazione, si ra<strong>di</strong>ca in essa e la accompagna<br />
<strong>di</strong>ventandone un tratto continuativo e quasi quoti<strong>di</strong>ano. In più la malattia in migrazione è associata<br />
molto <strong>di</strong> frequente alla paura della morte.<br />
Inoltre il vissuto della malattia, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto avveniva prima della migrazione, si sposta da<br />
un ambito privato- familiare ad uno me<strong>di</strong>co-istituzionale in mancanza <strong>di</strong> reti <strong>di</strong> cura familiari,<br />
poiché la maggior parte dei migranti irregolari vivono da soli la migrazione per un lungo periodo <strong>di</strong><br />
tempo.<br />
Tra le cause della malattia nel periodo <strong>di</strong> migrazione, quelle più rilevanti paiono essere due.<br />
La prima è lo stress da transculturazione generato dall'esperienza migratoria stessa che obbliga il<br />
migrante a continue operazioni <strong>di</strong> adattamento alla nuova con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita. Contribuiscono ad<br />
amplificare questo stress una serie <strong>di</strong> fattori: la solitu<strong>di</strong>ne, l'invisibilità sociale della propria<br />
202